Depressione
di Sabina Moro

Riassunto: Si stima che la depressone sia il disturbo psicologico più diffuso, con rilevanti conseguenze su aree della vita come il lavoro, le relazioni di coppia, la famiglia


La depressione è un disturbo dell’umore che presenta sintomi cognitivi, comportamentali, emotivi e fisici.

Per definire la presenza di un episodio depressivo maggiore, l’abbassamento dell’umore deve essere presente da almeno due settimane, quasi tutti i giorni e per quasi tutta la giornata, e/o provocare una diminuzione dell’interesse per la maggior parte delle attività che, in precedenza, erano svolte con piacere.

Tra i sintomi più comuni troviamo:
- Aumento o diminuzione dell’appetito
- Stanchezza
- Agitazione o rallentamento motorio
- Sentimenti di autosvalutazione, colpa e vuoto
- Difficoltà di concentrazione, attenzione e memoria
- Diminuzione del desiderio sessuale
- Aumento o diminuzione del sonno
- Isolamento sociale

Fattori che influenzano lo sviluppo di depressione possono essere:
- Genetici: vulnerabilità maggiore al disturbo in familiari, di primo grado, di persone che, hanno già sofferto di un disturbo depressivo;
- Biologici: alterazione della produzione di alcuni neurotrasmettitori, come la serotonina, che hanno un’influenza su umore, regolazione del ritmo sonno-veglia, appetito, motivazione, socialità, ecc..
- Sociali: avvenimenti come separazioni, lutti, conflitti, licenziamenti, ecc..

Secondo il modello cognitivo di Beck (1976), la persona depressa avrebbe una visione negativa di se stesso, del mondo e del futuro.
In riferimento alla visione su se stesso, la persona si vedrà come inadeguata, sbagliata e, attribuirà a propri difetti, la causa dei suoi errori.

Rispetto alla visione sul mondo, la persona penserà che il mondo è ostile nei suoi confronti e sempre pronto a creargli ostacoli insormontabili.

In relazione alla visione sul futuro, la persona depressa ha perso le speranze nei confronti dell’avvenire e ritiene che la sua situazione non migliorerà più.

Queste credenze sono sostenute da schemi che si basano su giudizi erronei della realtà e su obiettivi poco raggiungibili, che possono di per sé condurre ad un fallimento.

Prima di lavorare sugli aspetti di pensiero, sarebbe utile focalizzare l’attenzione sull’aumento dell’attivazione comportamentale ovvero, riuscire ad aumentare le attività piacevoli che si svolgono durante la giornata.
Impegnandoci in attività infatti aumenteremo la motivazione e le nostre energie e, diminuirà il senso di inadeguatezza.

Inizialmente si sceglierà un solo compito, piccolo e che richiede poco tempo per poi aumentare le attività.
In questo modo fermeremo il circolo vizioso del “meno faccio, meno motivazioni, meno energie e aumento della visione negativa di me”.

Si parla di Distimia se l’abbassamento dell’umore è presente da almeno due anni, in modo abbastanza costante ma con minore intensità rispetto ad un episodio depressivo maggiore.
Può aggravare la situazione la presenza concomitante di sintomi ansiosi, spesso associati alla depressione.

La terapia psicologia, unita alla terapia farmacologia, è una soluzione benefica sia per la riduzione dei sintomi depressivi, sia per la prevenzione delle ricadute.

Dott.ssa Sabina Moro
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sabina.moro@outlook.it
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