Il gigante biondo
di Luca Rota

Continuiamo col filone riguardante i mitici “90s”, parlando di un giocatore silenzioso, ma non per questo motivo passato inosservato.


Un centravanti moderno per i tempi, che formava col proprio compagno di reparto l’articolo “il”, ed è inutile chiedere a chi toccasse sempre il ruolo della “elle”.

Alto e dal fisico longilineo, potente anche se oltremodo corretto, Kenneth Andersson fece del colpo di testa la sua fortuna, ma anche coi piedi ci sapeva fare. Sempre al servizio del comprimario, con le torri e spizzate mai lasciate al suo marcatore, pur non essendo un goleador spietato, la sua presenza nel tabellino de marcatori era costante.

Destro, sinistro, buone qualità di palleggio e persino la trasformazione dei calci di punizione, tirati di potenza, furono il suo biglietto da visita all’esordio nel Belpaese.

Protti, Guerrero, Kolyvanov, R. Baggio e Signori sono i nomi più frequenti coi quali ha condiviso il reparto avanzato negli anni del Bari e del Bologna.

Ma è nell’estate del '94 che questo gigante biondo vivrà il suo massimo momento di gloria, quando in coppia col mitico Henrik Larsson trascinerà a suon di gol (sarà vice-capocannoniere con 5 reti, senza rigori) la Svezia fino alle semifinali del mondiale americano, dove i gialloblù scandinavi saranno estromessi dalla finale dai verdeoro, classificandosi terzi.

Quelle prestazioni gli valsero l’approdo in serie A, col Bari, dove disputerà un campionato di alto livello che nonostante la retrocessione dei galletti, lo imporrà come uno dei migliori attaccanti del nostro campionato.

L’anno seguente sarà l’ambizioso Bologna di Ulivieri a testarne l’ormai comprovata attitudine al calcio della penisola, con tre ottime stagioni in Emilia che lo porteranno nella fortissima Lazio del connazionale Eriksson, fresca vincitrice della Coppa delle Coppe, con la quale scenderà in campo solo due volte, vincendo però la Supercoppa Europea.  

In Emilia farà ritorno per via della spietata concorrenza trovata nella capitale, data la non più giovanissima età, e conseguenti saranno nella stagione successiva l’addio alla nazionale ed all’Italia per concludere in Turchia coi colori del Fenerbahçe.

Kenneth Andersson univa eleganza e concretezza ad un incessante lavoro di movimento (e di sponda), che gli permetteva di fare reparto da solo, e di essere il costante riferimento dell’ala destra fosse essa Gautieri (ai tempi del Bari) o l’instancabile capitan Nervo in rossoblù.

Anche se i suoi numeri non furono di certo quelli dei bomber d’élite, sono certo che molti difensori e portieri del tempo, si ricorderanno di quel gigante biondo che aleggiava nei pressi della loro area nell’attesa di ricevere palla.
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