Una Pasqua sorprendente
di Ezio Gamberini

E’ il giorno di Pasqua. Grazia ed io siamo a casa da soli. A mezzogiorno esatto, con una giornata meravigliosa, cielo azzurrissimo e sole splendente, apro tutte le porte e le finestre e “sparo” al massimo volume l’Hallelujah di Händel…


La sua durata è poco meno di quattro minuti, e quando finisce, esco sul terrazzo e, con voce possente (per intenderci, alla guisa del “Nessun dorma”), intono un:
 “Buona Pasquaaaaaaaaaaaa!”, che può essere udito in tutta la mia via don Belli.

Poi rientro velocemente in casa, con la sensazione di aver combinato una birichinata, insomma, come quelle che facevo da bambino, e ci apprestiamo a gustare il capretto che Grazia ha già tolto dal forno.
Stiamo addentando il primo boccone, quando suona il campanello:
“Vogliamo il bis!”, reclama un vicino.

Grazia ripone il capretto in forno ed io il Prosecco di Valdobbiadene in frigorifero, riapriamo tutte le porte e finestre e faccio partire nuovamente l’Hallelujah, tratto dal “Messiah”, un oratorio, straordinaria opera corale in lingua inglese composta nel 1741 dal musicista di origini tedesche, ma naturalizzato inglese, Georg Friedrich Händel.

Il disco, inciso dalla Decca nel 1962, mi è stato lasciato in eredità dal mio papà, e sin da bambino, quando me lo faceva ascoltare, ha sempre suscitato in me un’emozione fortissima; la potenza dei cori e la maestosità della melodia, magnificamente interpretate e restituite dalla London Symphony Chorus & Orchestra diretta da Sir Adrian Boult, mentre si propagano nel villaggio silenzioso, creano un’atmosfera incantata e quando alfine si spegne l’ultimo ‘Hallelujah!”, esco ancora sul balcone e auguro di nuovo la buona Pasqua, con un gorgheggio lunghissimo che sembra abbarbicarsi sin sulle colline che abbelliscono la nostra valle.

E’ quasi una magia, tutti i vicini, alcuni sui balconi, altri sui propri vialetti e diversi in strada, esplodono in un grande applauso, e mai come in questo momento ci siamo sentiti in sintonia, noi tutti abitanti del villaggio.

Fra qualche mese si troverà un vaccino che sconfiggerà il virus e, allora, tutto questo sarà soltanto un ricordo, ma resteranno per sempre vivi quei sentimenti di solidarietà e fratellanza che ci hanno accomunato in questo indimenticabile giorno di Pasqua.

Ezio Gamberini

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