Venerdì nero in Valsabbia, con sette decessi
di Ubaldo Vallini

La Valle Sabbia fino a qualche giorno fa sembrava un'area fortunata, rispetto al resto della provincia, ma si sta riscoprendo altrettanto fragile



Altalenante in Valle Sabbia il numero delle nuove infezioni registrate un giorno dopo l’altro, ma si sa: dipende da quanti tamponi vengono eseguiti e da quanti ne vengono processati, cosa che per altro non avviene nel corso della stessa giornata. Il dato che più preoccupa, ad ogni modo, è quello dei decessi.

E anche qui c’è una distinzione da fare, fra quelli messi nelle tabelle come deceduti “con o a causa del coronavirus” e quelli che invece se ne sono andati per altri motivi: arresto cardiocircolatorio il più gettonato.

Numeri che non accennano a diminuire, nonostante l’Agenzia di Tutela della Salute abbia deciso di non contemplare né fra i contaminati né fra i morti, coloro che si ammalano o muoiono nelle strutture residenziali per anziani e anche chi se ne occupa.

Eppure ancora ieri,
per i paesi dalla valle Sabbia intesa come Comunità montana, Ats ha segnalato ben sette decessi, in aumento rispetto ai giorni precedenti: uno ad Agnosine, uno a Casto, due a Gavardo, uno a Villanuova sul Clisi e due a Vobarno.

La Valle Sabbia insomma
, che quanto a numeri del contagio è sempre stata “meglio messa” rispetto ad altre aree della provincia bresciana, che può vantare anche due Comuni (Anfo e Pertica Alta) dove il contagio non è neppure arrivato, si sta riscoprendo altrettanto fragile.
Cosa che, limitandosi ai decessi, era apparsa ad ogni modo chiara sovrapponendo ai dati ufficiali quelli reali.

A marzo del 2019 nei 27 Comuni del Distretto valsabbino i decessi erano stati 69; nello stesso mese, quest’anno si è arrivati a 182.
Altro che le 77 morti “ufficiali” registrate fino ad oggi dall’inizio del contagio.
Le “impennate” più evidenti nei centri più popolosi: Villanuova, Gavardo, Bagolino, Vobarno, Sabbio Chiese e Roè Volciano.

A voler guardare sembrerebbero i paesi dove ci sono le residenze per anziani, ma non sarebbe questa la discriminante, perché una Rsa c’è anche a Odolo, dove addirittura i decessi di quest’anno sono stati in numero inferiore, e a Vestone dove l’aumento è stato assai contenuto.

Spicca il caso di Villanuova sul Clisi, dove a fronte del conteggio ufficiale che ieri era fermo a sei decessi per il contagio, in realtà i morti nel solo mese di marzo sono stati 40, quadruplicati rispetto all’anno precedente.

«Nei primi tre mesi di quest’anno – conferma il sindaco Michele Zanardi – a Villanuova ci sono stati 68 morti: a gennaio 9, a febbraio 19, a marzo 40. Già adesso abbiamo superato i morti dell’intero 2019 che erano stati 51. Di questi 68, 40 sono i morti nella casa di riposo».

«Già all’inizio di marzo, insieme alla direzione della Rsa, abbiamo sollecitato un intervento di Ats Brescia perché si intervenisse a supporto della casa di riposo, anche effettuando i tamponi – aggiunge Zanardi -. Giovedì 9 ancora non erano stati fatti, nonostante Ats abbia iniziato a farli nelle rsa a inizio di aprile: proprio non capisco quale criterio di priorità sia stato utilizzato».


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