Villanuova alle prese con il Covid-19
di Cesare Fumana

Il contagio nel Comune valsabbino ha colpito duramente, non tanto per la diffusione del virus, quanto per il numero di decessi registrati nei primi tre mesi dell’anno


Nei dati analizzati sui decessi nel mese di marzo, che in Valsabbia sono triplicati, balza su tutti il dato di Villanuova, che ha registrato 40 morti. Quelli per Covid-19 ufficialmente sono 5, ma come si evince dalle analisi sia in provincia di Brescia, sia in Lombardia, è un dato sottostimato, che riguarda solo le persone sottoposte ai tamponi.

Abbiamo sentito il sindaco Michele Zanardi, anche lui come i suoi colleghi primi cittadini in prima linea nell’affrontare l’emergenza sul territorio.

«Questi sono i dati dei decessi registrati nei primi tre mesi di quest’anno – riferisce il sindaco –: 68 morti; a gennaio 9, a febbraio 19, a marzo 40. Già adesso abbiamo superato i morti dell’intero 2019, che erano stati 51. Di questi 68, 40 sono i morti nella casa di riposo».

«Già all’inizio di marzo, insieme alla direzione della Rsa, abbiamo sollecitato un intervento di Ats Brescia, perché si intervenisse a supporto della casa di riposo, anche effettuando i tamponi. Purtroppo, ad oggi, 9 aprile, non sono ancora stati fatti. Eppure da inizio di aprile Ats ha iniziato a farli nelle Rsa, non capisco quale criterio di priorità abbia usato».

Zanardi parla chiaro: «Ats rappresenta la sanità regionale sul territorio. Che se ne dica, Regione Lombardia è stata la grande assente».

E snocciola un’analisi sulla questione: «Quello che è emerso, e che molti ormai sottolineano riguardo al sistema sanitario lombardo, eccellente per quanto riguarda alcuni ospedali, è la mancanza della medicina del territorio: i medici di base sono insufficienti ed hanno fatto il possibile per il loro pazienti, molti ammalandosi a loro volta; le varie forme di assistenza domiciliare, che sarebbero così necessarie per curare i malati nelle loro case, senza intasare gli ospedali, è altrettanto insufficiente. Questo è stato un problema anche per i malati dimessi dagli ospedali».

Per il resto l’Amministrazione comunale è alle prese, come tutti i Comuni, con le misure a sostegno della popolazione, a cominciare con i buoni alimentari per le famiglie in difficoltà. A tal proposito è stato pubblicato sul sito del Comune un apposito regolamento che dà le linee per accedere ai buoni.

Anche il Comune di Villanuova ha aderito si dall’inizio dell’emergenza sanitaria, allo sportello di ascolto dei Comuni della bassa valle, che poi è stato esteso a tutta la Valle Sabbia.

Anche sul tema delle mascherine il Comune è in prima fila. «Abbiamo ricevuto dalle Regione 1.450 mascherine – riferisce il sindaco –, a fronte di una popolazione di 6 mila abitanti. Nell’attesa dell’arrivo di altre, che questa prima fase grazie ai volontari e alla Protezione civile le distribuiremo agli ultra 70enni e alle famiglie che con in cura malati Covid-19 o in quarantena o altre situazioni di necessità sanitaria. Nel frattempo invieremo un modulo a tutte le famiglie per raccogliere le loro necessità e fare così il punto sul fabbisogno per il nostro Comune».

«Ci sono, per fortuna, anche situazioni positive. Un grazie ai volontari e alla Protezione civile per l’impegno di questi giorni. Poi grazie a una donazione, insieme alla direzione didattica abbiamo fornito 20 fra tablet e Pc agli studenti di Villanuova che ne erano sprovvisti per la didattica online.

«Riguardo, inoltre, ai 45 positivi di Villanuova, gran parte sono tornati a casa: ciò vuol dire che lo sforzo del personale sanitario ha portato dei risultati».

Infine, un’ultima considerazione: «Questa emergenza sanitaria porterà anche a una crisi socioculturale. Per questo rivolgo un appello alla Comunità montana, perché all’indomani dell’emergenza, metta in campo delle azioni per la scuola e la socialità».
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