Dal Canto e i suoi fratelli
di Luca Rota

Giunti al 75esimo appuntamento con Figurine di Provincia, ci spostiamo ad Est per concludere il discorso riguardante le storie “varie ed eventuali” e fare un salto indietro di qualche decennio


Prendiamo ad esempio tre calciatori, tre oneste carriere, due ruoli diversi in campo e un piccolo record in comune.

Se pensiamo a Dario Passoni e ad Alessandro Dal Canto,
troviamo nelle loro carriere un passaggio nella stagione 2003-2004, che li vide approdare alla corte di Igor Shalimov (ex di Foggia e Inter), nell’Uralan Elista.

Se si parla di Andrea Parola invece, bisogna fermarsi diversi km prima dell’ex confine sovietico, nella città di Burgas, dove militò nelle fila del Naftex nell’annata 2000-2001.

Una carriera quella di Dal Canto, terzino sinistro moderno, che dopo una partenza col botto nelle giovanili juventine, lo vide fare la spola tra A e B, per poi ritornare un quarto di secolo più tardi ad allenare lì dov’era cresciuto, e successivamente sedersi su diverse panchine di B e C.

Parola e Passoni invece disputarono diversi campionati nella massima serie, sempre in formazioni di provincia, distinguendosi come instancabili ed onesti faticatori della mediana, senza poi continuare col calcio giocato da allenatori.

Passoni subì addirittura una squalifica in seguito alle indagini sul calcioscommesse risalenti al 2012, ma dieci anni prima insieme a Dal Canto, fece ciò che nel decennio successivo avrebbero fatto diversi altri tra calciatori e allenatori italiani (Criscito, Bocchetti, Carrera, Mancini e Marchisio): emigrare ad Est, destinazione Premjer Liga russa.

Stessa sorte toccò al pelato centrocampista pisano, che giovanissimo divenne il primo italiano a calcare i campi della massima serie bulgara.
Ecco qual è quel piccolo record che accomuna questi tre calciatori: furono pionieri ad Est quando ancora nessun calciatore italiano aveva mai esplorato quei campionati e quelle culture calcistiche.

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