Comaglio: «Situazione complicata»
di c.f.

Oltre all’ospedale c’è anche un’emergenza sul territorio con difficoltà a reperire dispositivi di protezione per chi cura i malati in casa. La denuncia e l’appello alle istituzioni del sindaco di Gavardo


«È difficile contenere i contagi perché qui da noi trovare una mascherina o un dispositivo di protezione è impossibile. Tramite un imprenditore avevamo fatto arrivare mascherine dalla Cina ma da una decina di giorni sono bloccate in dogana e quelli che ci sono siamo costretti a centellinarle».

Parla di situazione «complicata» ed è preoccupato che non si riesca a fermare la diffusione del coronavirus ma che semmai si moltiplichino i casi nelle famiglie dove c'è già un contagiato, Davide Comaglio, sindaco di Gavardo.

Il suo è una sorta di appello alle istituzioni in quanto nel Bresciano «siamo stati abbandonati» e chiede un aiuto per la «fornitura del materiale» per proteggersi e «non solo mascherine chirurgiche, ma anche almeno le FFP2» ritenute con un livello di sicurezza superiore.

Materiale che, a suo parere, «è doveroso fare a avere certamente agli operatori sanitari delle Rsa», ai medici di base del comune, ai volontari della protezione civile ma soprattutto alle famiglie. «Dobbiamo pensare a loro - dice -. Ci sono casi in cui hanno un positivo in casa o uno di loro è stato dimesso dall'ospedale e si deve negativizzare ancora. Nonostante ci sia l'isolamento e si viva in stanze separate, i familiari non hanno i presidi di protezione e quindi il rischio è che si ammalino anche loro» e che i casi si moltiplichino invece di diminuire.

Comaglio ha aggiunto che solo a Gavardo, nel giro di quattro giorni, i casi positivi accertati sono più che raddoppiati e si è passati dai 31 del 21 marzo ai 69 di ieri. I deceduti ufficiali sono 2 "ma gli anziani che stavano benino e che poi sono morti nel giro di una settimana sono il triplo".

In più si aggiungono tutti quelli a cui non è stato fatto il tampone e che non stanno bene ma che non vengono ricoverati. Sono monitorati a casa dai medici di base, medici "la maggior parte dei quali - ha continuato - si è già ammalata, ma ora si stanno riprendendo. Fortunatamente, quelli che hanno i dispositivi di protezione, riescono a fare anche qualche visita a domicilio ai malati non Covid".

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