A rischio la Via Crucis di Storo
di Aldo Pasquazzo

A causa dell’emergenza coronavirus la tradizionale manifestazione del Venerdì Santo quest’anno rischia di essere annullata


A tre settimane dalla Settimana Santa, causa restrizioni dettate dal coronavirus, la Via Crucis vivente del Venerdì Santo di Storo rischia effettivamente di saltare.

A rilevarlo è Loris Scarpari, che assieme al professor Gianni Zontini e Davide Gelmini è il referente della solenne processione che ha per protagonisti i batedùr de bòre, affiancati dalla corale parrocchiale, dai confratelli e dal reverendo arciprete don Andrea Fava.

Un numero sempre crescente, quello dei batedùr, che alla tradizione tengono molto ma a causa dell’epidemia in corso potrebbero davvero essere costretti a rinunciarvi.

Oltre alle bore e al suono della tambela ci sono poi da allestire i figuranti e le diverse stazioni, considerato che la Via Crucis “vuole e deve restare - pur riprendendo antiche tradizioni – un momento di grande impatto comunitario e di preghiera”, aggiungono i tre.

Tale rito, soppresso nel 1938 dall'allora parroco don Luigi Colamano, che in accordo con l'allora podestà abolì la tradizione a causa di certe intemperanze della gente che si andavano riscontrando durante e dopo la processione, venne ripristinato nel 2003, tant'è che da allora la gente arriva da più valli (Ledro, Valsabbia e Alto Garda) per partecipare lungo il cammino segnato da candele accese e gusci di lumaca ripieni di cera appiccicati a ridosso dei muri.

“Comunque già da giorni i due tronchi sono stati predisposti e messi al riparo all'interno di un'area coperta appartenente alla famiglia Canetti all'altezza di Via Martinello. Ora - a parlare è sempre Loris Scarpari, che della fondazione Gruppo Folk &Vecchia Storo è il presidente - non ci resta che attendere ulteriori disposizioni (essendo noi in zona rossa) che però sembrano volgere in sfavore, dato che il tempo stringe e non abbiamo avuto modo di fare alcuna prova.

Quest’ultima potrebbe rivelarsi comunque una circostanza superabile, poiché i batedùr quelle partiture denominate “Hora nona” e predisposte dal capofila Elvio Zontini nel ruolo di martì, già le conoscono.

Da ultimo, vale ricordare che già altre volte il rito era stato  soppresso (nel 2008, 2013 e 2014) ma a gravare su quelle tre edizioni era stato il maltempo, mentre nel 2007 alla Via Crucis di Storo, affiancato dall'arciprete don Renato Tomio,  sotto il baldacchino come celebrante c’era anche monsignor Luigi Bressan.


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