Una vita fra barite e fragole
di red.

Si è spento Giancarlo Donati, classe 1931. Abitava a Darzo e con lui se n’è andata un’epoca: quella del passaggio (non sempre semplice) dall’età contadina a quella industriale. Era il papà di Davide, il superdirettore della Rurale


La scomparsa di Giancarlo Donati, per la comunità in cui è nato e ha vissuto, è una notizia di rilievo.
Abitava a Darzo, paese trentino che da sempre è un po’ la cerniera con il Bresciano.

Lascia la moglie Dolores, due figli e numerosi nipoti.
Un figlio, Donato, è medico all’ospedale di Tione, l’altro è Davide il direttore generale della Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella.

Con la scomparsa di Giancarlo Donati se ne va un’epoca, in quanto è stato un protagonista del passaggio fra la cultura contadina e quella industriale.
Un passaggio che Giancarlo ha vissuto a pieno: con il trattore prima e con il camion poi, per mezza vita, salendo giorno dopo giorno, stagione dopo stagione, dal paese del fondovalle agli oltre mille metri della miniera, per portare negli stabilimenti il materiale estratto dalle viscere della montagna. La sua montagna e quella dei suoi avi.

Trasportava barite, la pietra bianca che si cavava dalla montagna sopra Darzo, senza però mai dimenticare men che meno abbandonare i suoi campi: il granoturco e le fragole.
E una volta raggiunta la meritata pensione, ha continuato con l’aiuto dell'incrollabile Dolores ad occuparsi di campagna, circondato dall’affetto dei figli e dei nipoti.

La Cassa Rurale, i consiglieri di amministrazione ed i collaboratori tutti, sono vicini al loro direttore Davide in questo difficile momento, partecipando al suo dolore per la perdita del caro papà Giancarlo.

A causa del coronavirus non si potrà celebrare il funerale: infatti la cerimonia della sepoltura avrà luogo nel cimitero di Darzo Mercoledì 18 marzo e sarà aperta ai soli familiari stretti, i quali annunciano che la messa verrà celebrata alla fine della pandemia.

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