Cosa fare con i bambini
di Giuseppe Maiolo

Molti possono essere impauriti e allo stesso tempo disorientati. Assorbono e fanno loro l’angoscia degli adulti, ma anche faticano a comprendere quello che accade


Mi colpisce molto in queste giornate recluse dal coronavirus il silenzio inusuale delle strade. Se metti fuori il naso tranne le sirene delle autoambulanze e il passaggio delle poche macchine che girano, ti accorgi che non ci sono rumori.
In particolare è scomparso il vocio dei bambini che non ci sono più nei giardini e per le vie. Tutti nelle loro case, spesso senza frastuono, anche loro però vivono una quota di paure e di ansie che nascono da questa situazione nuova e inattesa.

Molti possono essere impauriti e allo stesso tempo disorientati. Assorbono e fanno loro l’angoscia degli adulti ma anche faticano a comprendere quello che accade.
Soprattutto per i più piccoli è difficile comprendere perché le scuole sono chiuse, ma non è vacanza e non si può giocare al parco. Gli spieghiamo che è colpa di un virus, ma non è detto che queste spiegazioni siano sufficienti.

Alcuni si fanno da soli fantasie strane e qualche volta si raccontano storie ancora più terrorizzanti.
Hanno bisogno invece di un adulto non impaurito e sfiduciato che sappia tranquillizzarli e, senza menzogne, dica parole chiare e semplici su quello che accade trasmettendo fiducia.

Non basta dire “Passerà, stai tranquillo”, perché è necessario comunicare sicurezza con il nostro modo di fare.
Vogliamo spiegare il virus ai più piccoli? 
Partiamo dall’influenza stagionale e da quei sintomi fastidiosi come il mal di gola e la febbre che possono aver già sperimentato. Serve però far capire che questa volta si tratta di un’influenza particolare e di un virus ancora poco conosciuto, piccolo e invisibile che però può far ammalare velocemente chi viene contagiato.

È fondamentale sottolineare che i sanitari stanno adoperandosi per curare e cercare i farmaci più adatti, così come è necessario insegnare più volte l’importanza delle regole per la prevenzione. Magari giocando con loro mostrare la pratica del lavarsi le mani, del non toccarsi gli occhi e la bocca e dello starnutire coprendosi o del tossire nell’incavo del braccio.

Sarà per loro un divertimento inventare insieme all’adulto i modi di agire, perché i bambini imparano giocando e acquisiscono abitudini e comportamenti corretti imitando quello che fanno i grandi.

Vogliamo mantenerci informati sulla situazione? È giusto, ma facciamolo senza esagerare.
Abbiamo tutti bisogno di non essere travolti dalle infinite immagini di sofferenza che i media, per dovere d’informazione, mettono in evidenza.

A noi spetta il compito di
dosare e contenere questo flusso di emozioni negative che ci giungono perché abbiamo la necessità di tenere rasserenata la mente e contenere l’angoscia sia per il nostro benessere che per quello dei bambini.
Così può essere utile scegliere un momento al giorno in cui ascoltare insieme a loro gli aggiornamenti accompagnati dalle nostre spiegazioni rassicuranti.

Permettiamo loro di fare in casa le loro attività di gioco e scolastiche, ma vigiliamo che non prevalga l’attività con i dispositivi digitali.
Serve moltissimo incoraggiarli a raccontare i pensieri e le loro preoccupazioni per condividerle in modo autentico. Questo li aiuta e li rassicura in quanto capiscono che mamma e papà non negano né sminuiscono le loro emozioni.

E poi è di grande importanza mantenere uno spazio regolare e quotidiano in cui raccontare ai piccoli, in maniera animata e partecipata, storie fantastiche e fiabe.
Esse sono un’opportunità preziosa anche al tempo del coronavirus perché le “fantastorie” usano il linguaggio della fantasia per parlare di paure e terrori e offrono conforto e sicurezza senza dare spiegazioni.
La forza di queste narrazioni sta nel consueto lieto fine che ripaga di tutte le sofferenze e dà fiducia.

Giuseppe Maiolo
psicoanalista
Università di Trento
www.officina-benessere.it

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