Lo Spaccadischi al tempo del Coronavirus
di Davide Vedovelli

Questa settimana nessun appuntamento del week-end. Tutti gli eventi sono stati giustamente posticipati o annullati



Non entrerò nel merito di questa decisione, ma mi limito a sottolineare che limitare i rapporti sociali è attualmente l'unico mezzo a nostra disposizione per prevenire la diffusione del contagio. Non sta a me, e nemmeno ad altri, giudicare se le misure siano o meno adeguate o sproporzionate.

In un mondo di tuttologi dove si passa con disinvoltura dal Festival di Sanremo alla virologia l'atteggiamento giusto è quello di fidarsi degli esperti, di chi queste cose le studia, consci che anche loro possono sbagliare. È complicatissimo fare previsioni in queste circostanze.

Fa un certo effetto sapere chiusi i teatri,
i locali, vedere i concerti sospesi e fa quasi piacere vedere che molti sentono questa restrizione come una cosa “fastidiosa”. Significa che c'è bisogno e voglia di cultura e speriamo quest'esigenza continui anche una volta terminata questa complicata faccenda.

Abbiamo l'occasione “forzata” di stare in famiglia, guardare un film in TV, leggerci un libro e recuperare i rapporti sociali con i nostri famigliari. Ci si sente privati della libertà di movimento e questo fa un certo effetto, è vero... ma servirà a farci apprezzare di più alcune cose che davamo per assodate.

Ora c'è fretta di ripartire, di tornare alla normalità, alla frenesia a cui eravamo abituati come se non riuscissimo ad appropriarci di questo tempo, di questo nuovo “ritmo lento”.

Questa situazione forzata,
come altre in passato, costringe ad aguzzare l'ingegno ed accelerare alcuni processi. Esempio lampante è stato lo smart working che moltissime aziende avevano già adottato e hanno potenziato.

Rilevo però con dispiacere come in Valle Sabbia molte aziende non siano state in grado di capire l'importanza e le potenzialità di questa forma di lavoro. Tra di esse alcune multinazionali, che però sono tali solo sulla carta e la cui mentalità è purtroppo ancora molto provinciale; sembra “giochino solo a fare le multinazionali” senza però un approccio idoneo.

“Smart working” non significa lavorare meno o perdere tempo; significa risparmiare il viaggio ai propri collaboratori, diminuire il traffico sulle strade e l'inquinamento. Con lo smart working ci si collega con il proprio PC da casa, si può rispondere al telefono aziendale, fare riunioni virtuali, accedere alla documentazione dell'azienda... insomma... per tutti coloro che lavorano in ambito amministrativo e di segreteria è possibile lavorare come se fossero in ufficio. È inoltre dimostrato che dove è stato applicato i risultati sono eccellenti ed è stato implementato.

Paghiamo una concezione obsoleta del lavoro, dove se non sei seduto in ufficio 8 ore con il capo che va e viene e ti controlla a mò di “cane da guardia” non lavori, mentre nel resto del mondo si lavora per obiettivi e vieni valutato su quelli.

Spiace constatare che nemmeno in questa situazione si sia stati in grado di adeguarsi, ma il tempo è galantuomo e se non ci si deciderà a percorrere questa strada le cose saranno sempre più complicate.


200228-closed.jpg