Ancora sul libro di Dario Collio
di Dru

Ho letto di Guido Assoni e de Leretico i due articoli appena pubblicati intorno il libro di Collio Dario (mio zio) e ci ho visto da subito un lavoro piuttosto muscolare che intellettuale, nelle critiche esposte...


...Una certa reverenza dovuta al potere del Bonomi, perché il potere va sempre attaccato se si vuol esser potenti, e una confusione, per altro mai celata, di cosa significhi STORIA.

Un bambino cresce credendo che i fatti siano verità, è il periodo teologico dell’evoluzione umana e di pensiero.

Mio padre mi disse un giorno, quando ero ancora piccolo, che nel lago viveva l’Idra dalle sette teste; sapete, io la potevo identificare nettamente con le sue lucide scaglie. Fu uno stratagemma perfido che gli adulti inventano per ottenere qualcosa, in questo caso  per tenermi lontano dal lago.

Poi, crescendo, il bimbo diventato uomo mette in dubbio i fatti, è il periodo filosofico o detto anche della ragione. Ricordo quando quel fatto, quelle scaglie che ancora oggi vedo affiorare sulla superficie del lago, tanto è potente la teologia, non lo identificavo più all’Idra, ragionavo appunto sul fatto in sé, e non più perché creduto tale, e mettevo dunque in forse il mio giudizio, prodotto dalla sacralità della voce di mio padre nel mio (ma di tutti)periodo teologico della STORIA che vi sto raccontando.

Infine il periodo scientifico
, il periodo in cui i fatti sono ipotesi con alto grado di certezza se la teoria è suffragata dai riscontri e basso grado di certezza se i riscontri la negano.

In definitiva nella “mia” STORIA, nel periodo scientifico, che l’Idra dalle sette teste, che io identifico in quelle scaglie nel periodo teologico e poi nego nel periodo filosofico,  sia o non sia, diventa e resta una interpretazione senza alcun riscontro a suffragio.

E di più, se avete approfondito il pensiero, il riscontro stesso non è sufficiente a trasformare una teoria in fatto, una certezza in verità, in quanto il riscontro resta intrappolato nell’interpretazione, negazione della verità.

Ecco cosa voglio dire ai nostri due autori, al loro tentativo critico di una STORIA, che tuttavia è della STORIA stessa.

Ciò che oggi sappiamo di uomini vissuti prima di noi è una teoria (o interpretazione di fatti, non fatti), la STORIA tutta è una teoria, ben difesa dai vincitori e mal contestata dai perdenti, fin tanto che i perdenti non si sostituiscano ai vincitori, allora il male diventa bene.

Mi sembra di poter dire, senza tema di smentita, che i nostri due protagonisti di questa storia siano rimasti nel periodo teologico della STORIA, sicuri di aver per le mani fatti e non mere teorie, come fu per me con l’Idra all’età di sei anni..

Si l’Idra dalla sette teste esiste, io l’ho vista, dicevo al padre ingannatore.

Si chiama anche suggestione alla teoria.

Ai due..

Se il libro di Dario è STORICO?

Né più e né meno di qualsiasi altro racconto storico.

Se non si vuol ricadere nella teologia.

Cioè se non si vuol cavalcare il mito.

Dru
20150227-lettere.jpg