Quel rogo, 136 anni fa
di Aldo Pasquazzo

A distanza di 136 anni dal rogo "dei Brùsin", a Castello è stato rievocato l'infausto evento


Il 31 gennaio 1884, a causa un incendio provocato incautamente da due ragazzini, gran parte del paese di Castel Condino venne raso al suolo. Le fiamme avevano salvaguardato solo la chiesa e la zona denominata Nose e per l’occasione, mentre stavano tentando di mettere al riparo alcuni sacchi di frumento, persero la vita Battista Berra detto “Ciugalin” e donna Paola, moglie di Antonio Todeschini.

Quella triste ricorrenza, ricordata come il rogo dei Brùsin, viene rievocata ogni anno con una funzione religiosa, la deposizione di corone presso la targa ricordo e una cena comunitaria.
Così anche sabato sera, presente la banda San Giorgio.

“Un modo - ha detto lo stesso reverendo arciprete don Vincenzo Lupoli
– utile non solo a rinsaldare i rapporti di amicizia e il senso di appartenenza al proprio paese ma per dare un segno e un momento di riflessione e preghiera a quel triste evento”.

Erano le 9 del 31 gennaio quando Castello, che allora contava più di 1000 abitanti rispetto ai 220 di adesso, fu interamente invaso dal fuoco. Era toccato al sagrestano dell'epoca, Celeste Spada, avvertire la gente del pericolo che stava incombendo su di loro .

 “Il fuoco - ha rievocato per l'occasione il sindaco Stefano Bagozzi - alimentato da fieno, paglia e fascine di legna, partìo dalla casa di Pietro Todeschini (detto Pinini) e in una manciata di minuti si diffuse da una casa all'altra, che avevano i tetti realizzati con scandole di legno. In modo di evitare il ripetersi di tale eventi, il comune dispose la demolizione di parecchie case considerate troppo addossate tra loro, creando dei vuoti in caso di eventuali simili eventi”.

“In quella circostanza - ha concluso Bagozzi - la Società Alpinisti Tridentini promosse allora la raccolta di danaro e da Vienna, quale primo e sostanzioso aiuto, arrivarono ben 1000 fiorini austriaci”.

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