La Riviera di Salò nel Risorgimento
di Fabio Borghese

Nell’approfondimento della storia di Salò e dintorni, a cura dell’Ateneo di Salò, questo venerdì una conferenza con Luciano Faverzani


Nuovo appuntamento questo venerdì 31 gennaio, alle 17.30, nell’auditorium del Palazzo della Cultura di Salò con gli approfondimenti dell’Ateneo di Salò dedicati alla storia della cittadina gardesana e al suo entroterra.

Questo venerdì relatore sarà Luciano Faverzani che proporrà una conferenza del titolo: “Dal sogno alla realtà: la Riviera di Salò nel Risorgimento”.

Il periodo compreso fra il 1814 e il 1866 fu contrassegnato da innumerevoli eventi che vennero a segnare la vita di Salò e della Riviera in molti campi. In quei cinquant’anni Salò dovette affrontare per ben due volte una epidemia di colera che non solo decimò la popolazione ma venne a mettere in crisi l’economia dell’area.

Nonostante questo grave problema numerose furono le trasformazioni che interessarono l’area sia dal punto di vista economico, sia da quello strutturale con la costruzione di nuove strade e nuovi edifici, sia dal punto di vista sociale e culturale. In quei decenni la Riviera di Salò fu contrassegnata da fermenti rivoluzionari che portarono alla nascita di società segrete; numerosi furono i giovani che fecero propri quegli ideali diffusi in tutta la penisola dalla propaganda segreta dei carbonari e poi dagli scritti di Mazzini; molti furono coloro che allo scoppio della prima guerra d’Indipendenza entrarono a far parte delle truppe volontarie e dell’esercito sardo.

La Riviera di Salò, la Valle Sabbia, la Valle del Caffaro e il basso Garda furono teatro delle vicende militari legate alle guerre risorgimentali fra il 1848 e il 1866. Il territorio di Salò divenne, dopo il 1859, terra sicura per tutti quei patrioti che per sfuggire alle persecuzioni della polizia austriaca abbandonarono le proprie case (nel veneto, nel mantovano e nel trentino) per rifugiarsi nel bresciano e da qui poter arruolarsi nell’esercito sardo e con esso marciare alla liberazione delle loro terre d’origine.

Queste furono terre che accolsero anche centinaia di volontari che da tutta la penisola si portarono al nord per arruolarsi nell’esercito regolare o nei reparti volontari al comando di Giuseppe Garibaldi e sarà proprio per il carisma del Generale che alcuni salodiani risposero alla chiamata e raggiunsero Genova per imbarcarsi alla volta della Sicilia. Infine dobbiamo ricordare come il patriottismo di molti di loro li portarono sin sotto le mura di Roma combattendo e morendo ancora una volta per l’unità d’Italia.
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