Per non dimenticare
di red.

Davanti al municipio di Salò, Anpi, Arci e Rete 25 Aprile, hanno ripercorso coi filmati storici le tappe che hanno portato il duce a promulgare le leggi razziali, approvate dal parlamento e anche dal re


Video storici, in particolare quello di Trieste del 1938, dove la folla acclamava Mussolini mentre pronunciava quelle orrende parole: «…non solo differenze, ma superiorità nettissima» tuonava, riferendosi alla “questione ebraica”, aprendo la strada così alle leggi razziali che contribuirono ad alimentare la tragedia dell’olocausto. Ma anche copertine e articoli di giornale.

Così l’Anpi del Medio Garda, il Circolo Arci Vittorio Zambarda e la Rete 25 Aprile di Garda e Valsabbia, hanno inteso esercitare il dovere alla memoria.

«Potremmo trattare certi discorsi o azioni, come frutto di persone squilibrate e abbruttite dall’ignoranza e dai preconcetti, che danno il peggio di se in condizioni in cui ogni umanità si va perdendo – ha detto Antonio Bontempi introducendo la serata -. Ma non è del tutto così. Dietro a queste degenerazioni vi sono scelte consapevoli dettate da opportunismi ed interessi».

Poi Bontempi è andato avanti: «È un opportunismo che necessita di rimanere celato, che necessita di scatenare retoriche ed azioni squilibrate e abbruttenti da imporre come preconcetti e generando i contesti in cui ogni umanità deve andare perduta.

Ricordare quei discorsi e quei fatti, fare memoria che sia storica e non un racconto solo emotivo, vuol dire imparare a leggere quegli opportunismi, imparare a riconoscerli: sono gli stessi dei giorni nostri.

Le politiche razziali italiche furono (e sono) frutto di opportunismo, come lo fu l’entrata in guerra e come lo fu, prima, l’ascesa al potere del fascismo e poi lo scaricare ogni responsabilità sulla figura del solo Mussolini, ed ancora impedire ogni reale discontinuità tra gli opportunismi e gli opportunisti di allora con quelli del dopoguerra.

Pensare come oggi si seguano ancora gli stessi meccanismi e si usino le stesse retoriche e pratiche, è quanto mai deprimente: segno di quanto la memoria collettiva sia ridotta a citazioni rutinarie e di comodo».

«Il razzismo nazionalista etnico, religioso e di censo è alla base oggi di grandi drammi, gravi ingiustizie e discriminazioni – così ha concluso Bontempi -. L’olocausto, in questa giornata, per ampiezza, violenza ed assurdità li rappresenta tutti».



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