La magica notte della Stella
di Redazione

Questa sera all’imbrunire i gruppi di cantori della Stella, secondo la tradizione, annunceranno con il canto per le contrade valsabbine l’arrivo dei Re Magi


Questa sera – domenica 5 gennaio – all’imbrunire si rinnova un’antica tradizione della vigilia dell’Epifania: i gruppi di cantori della Stella cominceranno il loro consueto itinerario di contrada in contrada nel proprio paese, per annunciare con il canto l’arrivo dei Re Magi.

Si tratta di una tradizione un tempo diffusa per tutto l’arco alpino, dal Canton Ticino ai confini ungheresi, comprendendo l’Austria e le terre boeme, e ancora molto radicata in Valle Sabbia e nell’Alto Garda, dove quasi in ogni paese sono presenti uno o più gruppi del canto della Stella.

La tradizione del Canto della Stella affonda le sue origini nel periodo della Controriforma, ideata dalla Chiesa per contrastare il protestantesimo che aveva messo in dubbio il culto dei santi e anche dei Re Magi.

In alcuni paesi permane anche l’usanza,
durante il cammino, di raccogliere offerte, che vengono destinate in beneficenza; un tempo erano anche prodotti alimentari da devolvere alla parrocchia o ai bisognosi.

Per scaldarsi,
nel pellegrinare di borgo in borgo, viste le temperature rigide di inizio gennaio, è d’uso per i cantori bere vin brulé o brodo caldo. A tarda notte, dopo aver compiuto il giro di rito, ai cantori viene offerta una cena, spesso a base di polenta tiragna.

Nella foto il gruppo della Stella di Anfo (archivio)


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