A Condino ritornano i presepi sulle fontane
di Gianpaolo Capelli

Addentriamoci, leggendo, per le vie di Condino per scoprire la storia e le peculiarità dei sette bellissimi presepi, una tradizione ormai più che ventennale “importata” in paese dalla compianta Claudia Orsingher


La tradizione dei presepi costruiti sulle fontane di Condino viene riproposta anche in questo Natale 2019. Presepi orfani in questa edizione della loro ideatrice, la signora Claudia Orsingher in Sartori.

Abitava in via Sassolo a Condino, proveniva da Canal San Bovo, nel Vanoi, ove aveva conosciuto il marito Ivano, carabiniere ausiliario.
Trasferitasi poi, novella sposa, a Condino, vi aveva importato la tradizione del suo paese natio, costruire i presepi sulle fontane.

Il primo l'aveva costruito sulla fontana davanti a casa sua, su sue istruzioni con l'aiuto dei vicini.
Aveva reso partecipi il Comune e la Pro loco di Condino della sua iniziativa, che fecero da subito proprie le proposte di Claudia.

Nel paese chiamato simpaticamente degli “scalda bache”, gente a cui piace prendersela con calma, le proposte di Claudia furono come una scossa e tutti fecero a gara per abbellire le fontane vicino alle proprie case, con scenografie ogni anno diverse, con Natività molto belle. Questo grazie a tanta gente di buona volontà.

Claudia aveva visto giusto, e i visitatori aumentano ogni anno.
L'anno scorso prima di Natale avevo incontrato Claudia, raggiante e felicissima, perché da poco era diventata nonna del piccolo Gabriele.
Avrebbe voluto, se avesse potuto, mettere il suo Gabriele al posto di Gesù Bambino, nell'ennesimo presepio che stava costruendo.

Sapevo che da anni combatteva con una malattia grave, ma dal suo sorriso, dalla sua voglia di vivere, dal suo non arrendersi mai di fronte alle difficoltà, nessuno immaginava la tragedia che da lì a pochi mesi si sarebbe abbattuta su di lei e sulla sua famiglia.

Una grande dote caratteriale di Claudia, condivisa da tutti quelli che l'hanno conosciuta, era la sua disponibilità, il suo voler aiutare sempre il prossimo, anche se per la malattia a volte questo comportava un grande sforzo.

Claudia è venuta a mancare il 16 febbraio del 2018. Una folla immensa ha seguito i suoi funerali, per stare vicino al marito Ivano e alle figlie.
Forte e intenso il suo testamento spirituale: "Di fronte alle difficoltà della vita non arrendetevi! Cercate di puntare sempre i piedi e andate avanti. La vita vale la pena di viverla, perché è bella nonostante tutto.”

Un messaggio natalizio di coraggio, per tante persone che soffrono, di speranza e conforto.

La settimana dopo l'Immacolata, con l'amico fotografo Attilio Zontini di Storo, abbiamo fatto il giro dei sette presepi sulle fontane, cercando di capirne il significato e incontrare alcuni volontari.

Entrando nel paese di Condino,
venendo da Storo, il primo presepio che si incontra è quello in località “Carbonere”, dove abita anche il presidente della Comunità di Valle Giorgio Butterini.

Grazie ai volontari è stato costruito un presepio che, guardando le strutture architettoniche delle case, porta la nascita di Gesù proprio a Nazaret. Gli ideatori non hanno voluto dimenticare l'ispiratrice dei loro presepi, e davanti campeggia infatti la scritta, in un bel rosso vivo, “A Claudia”.

Salendo di una cinquantina di metri si arriva in Contrada Cantagallo.
Sulla piccola fontana gli architetti del presepio Andrea Berti e Garbaini Claudio hanno voluto ambientare la loro Natività 2019 nel mondo agricolo.

Personaggi e paesaggi trovano posto in tonde bacinelle usate per il latte, tante e di diverse misure.
Grandi ruote di antichi carri e balle di fieno fanno da sfondo.

Nella contrada ci sono giovani allevatori, come Luca e Claudio Radoani, che hanno aperto una stupenda azienda agricola in località Lavino, chiamata “La cugna” (la culla) e lì vicino c’è un'altra giovane allevatrice e casara, molto brava, Daniela Maccarinelli, coadiuvata in estate in malga dalla nipote Ilaria, che studia a san Michele all'Adige.

Il presepio è bene augurale per questi giovani imprenditori.

Arriviamo in località Villa, vicino all'omonimo bar.
Il presepio è costruito su una fontana abbastanza grande, gli ideatori Michele “Mendi” Bianchini, Giovanni e Renzo Rosa, e Giovanni “Picasso” Vaccari hanno voluto andare con il pensiero alla tempesta Vaia, che oltre un anno fa ha colpito il Trentino. Simbolicamente ridando vita agli alberi schiantati.

Hanno recuperato un grosso albero caduto, l'hanno sezionato facendone dei pezzi di oltre un metro.
Con pazienza certosina hanno inciso e scavato due nicchie in ognuno, dove trova alloggio la rappresentazione presepiale. L'acqua lambisce quasi la struttura, creando un effetto molto bello, specialmente di sera quando è tutto illuminato.

Facendo pochi passi, scendendo verso la provinciale in contrada  Acquaiolo, c'è un presepio “forester”, che viene da fuori Condino.

Lì dove per anni la famiglia del “Coppi” con i vicini aveva costruito tanti presepi, quest'anno un presepio molto particolare e suggestivo è stato creato da  A.P.S. Miniere Darzo.

Il suo presidente è Emanuele Armani, che interpellato spiega il significato del loro presepio.
“Abbiamo voluto creare con i drappi neri che circondano la struttura, un pezzo di galleria di Marigole, località sopra Darzo dove per molti anni è stata estratta la barite.

Come si nota i personaggi, sono tutti bianchi, è appunto il colore della barite con cui essi sono stati fatti: belli, grandi e suggestivi.

La descrizione del Presidente continua.
Avremmo voluto usare come “mangiatoia” un’antica” bena”, contenitore in legno che scorreva sulla teleferica di allora e serviva a trasportare il materiale lavorato dalle miniere di Marigole, alla Baritina di Darzo.

Essendo troppo grande l'abbiamo usata come fioriera, e Gesù Bambino è in una cassa di legno, quella che conteneva le mine e le spolette per far brillare la roccia nell'avanzamento della galleria.

San Giuseppe e la Madonna sono nei caratteristici costumi di una volta che si usavano a Darzo.
Il bastone in mano di San Giuseppe è un ferro da mina sagomato per l'occasione, serviva a fare i fori nella roccia, dove poi con un bastone in legno, veniva infilato il candelotto di dinamite.

Una piccola poesia accompagna il presepio: “Oggi in galleria... è un giorno di allegria! Non si cava la barite, ma udite... udite, la miniera è nel Presepe: c'è Giuseppe il Minatore, che veglia il Bimbo con amore, e Maria la Cernitrice, lo adora ed è felice. Auguri”.

Arriviamo in piazza San Rocco, cuore di Condino, dove c'è l'antica chiesa di San Rocco e il Municipio.

In località “Pagne”, dove inizia la salita per Brione, davanti a una grande struttura a forma di botte,
in bella evidenza c'è la scritta “AVIS”.

La delucidazione sugli artefici del presepio, e della suggestiva rappresentazione, ce la fornisce Michele Gualdi, della vicina rivendita di giornali, che per anni è stato un collaboratore dei presepi in “Pagne”.

A creare questa Natività sono state le avisine, e – sottolinea - tutte le donne dell'Avis, consorziate da anni, provenienti dal Castel Condino, Cimego, Brione e Condino.
Con grande perizia e lavoro certosino hanno costruito e pitturato le case, le chiese dei loro paesi, che nella scena paesaggistica sono stati posti, nel limite del possibile, alle altitudini ove esse si trovano.

Le avisine, guidate dalla loro presidente Eleonora Poletti di Brione hanno fatto un bel lavoro, spettacolare illuminato di notte.

Ci avviamo per la lunga via Sassolo.
Il primo presepio che incontriamo è nella piazza dove una volta, di fronte, c'era la trattoria alla Bastia o piazza dei “Fiur”.

Presepio molto carino, costruito in collaborazione con il Circolo Ricreativo Giulis e con il Giramondo. I ragazzi delle elementari di Condino che si iscrivono, si ritrovano ogni mercoledì per intraprendere attività varie, con la coordinatrice del progetto Elisa Galante, aiutata da alcune studentesse universitarie.

Il progetto Giramondo fa parte della Comunità Murialdo.
I tanti disegni che ricoprono le pareti perimetrali della struttura sono dei bambini, che hanno preparato per il Santo Natale. Belli e interessanti.

Proseguendo a metà strada, davanti alla casa della compianta Claudia Orsingher, troviamo il suo presepio, fatto quest'anno ancora con più impegno dalle figlie, dal marito e da tutti quelli che l'hanno aiutata, negli anni.
Una grande costruzione, bella, ben definita e riconoscibile: è l'antica Pieve di Condino, dedicata a Maria Assunta. La stessa costruita pazientemente e da sola, da Claudia, era stata proposta nel 2013, i famigliari l'hanno voluta riesporre nel suo ricordo.

In bella mostra, davanti, scorrono le immagini fotografiche dei presepi costruiti da Claudia negli anni, c'è la lettera aperta, per Lei, nel suo ricordo, che tutti possono leggere.
Chiude così: ”Con grinta e determinazione, faremo nostra questa tua passione... Il tuo ricordo rimarrà indelebile nel tempo, finché non ci incontreremo lassù nel cielo immenso.”

Un cenno lo merita anche il presepio costruito alla casa di riposo “Rosa dei Venti “di Condino, esposto nel corridoio di passaggio, realizzato dai volontari e dalle animatrici, è molto bello.
La comunità di Condino è guidata da don Vincenzo Lupoli, che segue altri paesi della Val del Chiese.

Don Vincenzo si associa agli organizzatori dei presepi, porgendo a tutti buone feste di Natale e Buon Anno.

I Presepi sono visitabili fino all'Epifania. Per poter godere appieno il loro fascino è meglio scoprirne le caratteristiche, alla sera dopo le cinque, quando sono illuminati.


Nelle foto:
- Presepio in “Pagne”, autrici le avisine (foto Attilio Zontini)
- Presepio in miniera a Marigole di Darzo, fatto di barite (foto Attilio Zontini)
- Presepio in ricordo di Claudia Orsingher: l’antica Pieve di Santa Maria Assunta a Condino (foto Attilio Zontini)
- Ricordando Claudia, ideatrice dei presepi, in foro con la sua famiglia (foto Pamela Sartori)



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