Un bene artistico da salvaguardare
di Aldo Pasquazzo

Oltre alla sistemazione della copertura, all’interno della curazia di San Carlo Borromeo, a Riccomassimo di Storo, è l’Ancona a necessitare di un intervento di restauro che ne contrasti il deterioramento


All'interno della curazia di San Carlo Borromeo di Riccomassimo, mini frazione del comune di Storo, vi sono alcune opere di rilievo, risalenti al 1727, destinate ad essere salvaguardate.

L’Ancona all’interno della chiesa, che misura 320 x 200 x 30 centimetri, è stata eseguita in legno intagliato, dorata in oro zecchino in foglia e tinteggiata.

Ora ad occuparsene affinché ambedue i capolavori vengano ripristinati e salvaguardati, oltre allo stesso reverendo arciprete don Andrea Fava, anche l'assessore comunale Luca Butchiewictz ed Elisa Lombardi.

La triade si è avvalsa non solo di perizie e consulenze, ma si è anche affidata al vice presidente della Provincia Mario Tonina, che già riguardo al precedente intervento legato alla copertura si era prestato molto e che a sua volta ha dato disponibilità affinché in sede provinciale tale proposta abbia ad essere tenuta nelle dovute considerazioni e magari anche sostenuta finanziariamente.

“L’Ancona - avvertono i restauratori interpellati, ossia Lino e Alessandro Scalvini - si presenta in uno stato conservativo molto deteriorato. Vi sono molteplici cadute della pellicola a foglia d’oro zecchino e delle policromie, che lasciano intravedere il supporto ligneo e parti di gesso sottostanti.

Le parti dell’oro rimaste presentano grossi problemi di adesione al supporto, così come buona parte delle policromie. Varie zone delle dorature sono state ricoperte da più strati di porporina applicata a pennello, che nel tempo si è ossidata e scurita.

Le fasce verticali sulle quali poggiano le colonne e la fascia orizzontale inferiore sono state ridipinte e porporinate grossolanamente (a finto marmo).

La pittura dei due mensoloni, dove poggiano le colonne, è molto deteriorata con gravi cadute della stessa”. 

I due restauratori fanno inoltre presente che “l'intera Ancona è ricoperta da polvere e da sudiciume che ne hanno alterato le dorature scurendole, ed inoltre in varie zone vi sono dei forellini causati da tarli”.





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