Eutanasia, dal diritto al dovere di morire
di Redazione

È in programma questa sera a Gavardo un incontro organizzato dal Popolo della Famiglia dedicato al fine vita, con ospite il giornalista Mario Adinolfi


“Eutanasia, dal diritto al dovere di morire”. È il titolo della serata organizzata dal Popolo della Famiglia che avrà luogo questo lunedì, 25 novembre, alle ore 20.30, presso l’Auditorium “Cecilia Zane” di Gavardo, in via Giovanni Quarena 8.

La serata, introdotta da Gisella Aderenti e presentata da Angelo D’Acunto, vedrà come relatore Mario Adinolfi, giornalista, scrittore e presidente del “Popolo della Famiglia”.

«Riteniamo che tale incontro – riferisce Luca Poli per il Popolo della Famiglia –, inteso come vero e concreto momento di resistenza del laicato, cattolico ma non solo, alla narrazione dominante sui media circa il tema dell’eutanasia, possa contribuire a chiarire quali siano le vere ragioni strutturali e le dinamiche che, utilizzando con evidente successo il cavallo di Troia della compassione e della cosiddetta libera autodeterminazione, spingono anche il nostro Paese a seguire in modo acritico il copione di ciò che già avviene nel Nord Europa, laddove a partire dall’anno 2011, a seguito di normative in materia sempre meno costrittive, si contano già 115.00 morti per pratiche di natura eutanasica.

Morti che, per rendere meglio l’idea del fenomeno in atto, già superano numericamente le 100.000 unità registrate nella Germania nazista degli anni dal 1936 fino alla Seconda Guerra Mondiale a seguito del famoso programma “Aktion T4”: il primo vero e proprio programma di eutanasia del mondo occidentale che già allora, in maniera non molto dissimile da quanto accade oggi, faceva popolarmente leva sul concetto di “vita non degna di essere vissuta”.

In Italia, come è di pubblico dominio, la recente determinazione della Corte Costituzionale circa il suicidio assistito ha depenalizzato quest’ultima pratica contribuendo di fatto, dopo la meno recente ma non meno determinante approvazione delle DAT, ad intaccare pesantemente il fondamentale principio giuridico dell’indisponibilità della vita umana.

Una vera e propria gravissima breccia nel nostro ordinamento giuridico che spiana, anche per l’Italia, la via alla progressiva depenalizzazione dell’eutanasia, intesa in un’accezione sempre più allargata, nonché alla sua diffusione secondo la medesima dinamica di crescita esponenziale del fenomeno che già si registra nel Nord Europa di cui sopra.

Tutto ciò è accaduto, accade ed accadrà, salvo auspicabili inversioni di tendenza, anche a causa della sempre maggiore irrilevanza dei cattolici impegnati in politica soprattutto nella corretta regolamentazione delle tematiche con forti implicazioni etico-antropologiche che l’agenda politica italiana propone/impone con crescente insistenza come oggetto di discussione e successiva legiferazione: irrilevanza che non può lasciarci rassegnati o indifferenti, che ci interroga sempre più pesantemente sia come persone che come partito politico e per sopperire alla quale, anche con iniziative di questo genere, nella prospettiva della maggiore condivisione possibile di un sempre più autentico concetto di libertà e di una maggiore capacità di incidenza nel dibattito in corso, riteniamo doveroso rendere sempre più consapevole e partecipe chi ci sta a fianco».

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