Nuovo allestimento per la sala romana
di Cesare Fumana

Taglio del nastro al Museo Archeologico della Valle Sabbia di Gavardo che amplia l’esposizione con i reperti ritrovati nelle ultime campagne di scavo lungo la valle



“Un museo per essere vivo deve essere un cantiere aperto”. Così si è espresso giovedì sera il dott. Marco Baioni, direttore del Museo Archeologico della Valle Sabbia di Gavardo, durante l’inaugurazione del nuovo allestimento della sala romana.

E nell’arco di questi anni il museo gavardese effettivamente è stato un cantiere aperto: ha rinnovato alcune sale, aggiungendo nuovi reperti (l’anno scorso le epigrafi ritrovate in Valle Sabbia), organizzando mostre tematiche (le ultime a Bione e a Sabbio Chiese), proseguendo con gli scavi al sito palafitticolo del Lucone a Polpenazze.

A ciò si aggiunge un’intensa attività di ricerca e di studi, come ha ricordato il prof. Angelo D’Acunto, presidente della Fondazione Pietro Simoni che gestisce il museo, che ha portato il piccolo museo di Gavardo alla ribalta nazionale e internazionale nell’ambito dell’archeologia.

L’ultimo aggiornamento ha riguardato la sala romana, che finora esponeva principalmente i reperti ritrovati nella necropoli del Lugone a Salò e che ora, invece, esporrà anche una serie di reperti significativi ritrovati in molti luoghi della Valle Sabbia durante le numerose campagne di scavo degli ultimi anni: il monte Covolo a Villanuova, la Corna Nibbia a Bione, ad Agnosine, Vobarno, Gavardo, Vallio Terme.

Con la supervisione della Soprintendenza di Brescia, il museo di Gavardo ha siglato un accordo con il MuSa di Salò che esporrà in una sezione alcuni dei reperti rinvenuti nella necropoli salodiana fino ospitati qui.

«Un’occasione per proporre al pubblico un numero maggiore di reperti rinvenuti negli scavi – ha sottolineato la dott.ssa Serena Solano della Soprintendenza – e la nascita di un percorso di collaborazione fra le due realtà museali della Valle Sabbia e del Garda», che ha poi espresso soddisfazione per il lavoro svolto in questi anni dal museo gavardese.

Il nuovo allestimento è il frutto degli ultimi studi, portati avanti negli ultimi anni dalla dott.ssa Elisa Zentilini e prevede due vetrine dedicate ai reperti della necropoli salodiana, una per ciascuna tipologia di sepoltura: incinerazione e inumazione, con l’esposizione dei corredi funerari più significativi.

Altre due ampie vetrine, ancora in allestimento, espongono, come detto, i reperti romani ritrovati in varie zone della Valle Sabbia.
Nella sala, inoltre, fa bella mostra di sé anche la famosa botticella di Bacco, collocata in una vetrina che permette di ammirarla da entrambi i lati.

Il nuovo allestimento è stato curato dall’architetto Andrea Perin con il contributo del personale del museo.

Nel corso della serata ha portato i saluti anche il Governatore del Lions Filippo Manelli, gavardese, già presidente del Lions Valle Sabbia, associazione che negli anni ha sostenuto l’ente museale.

Congratulazioni per il nuovo allestimento e per i progetti del museo sono giunti anche dal sindaco di Gavardo Davide Comaglio e dall’assessore alla Cultura della Comunità montana valsabbina Claudio Ferremi.

Al taglio del nastro, affidato a una bambina, il sindaco è stato affiancato dal maestro Piero Simoni, 99 anni, colui che negli anni 50 del secolo scorso diede vita al Gruppo Grotte Gavardo e poi al museo gavardese.
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