Bagnata, ma intensa, la Virgo Fidelis dei carabinieri valsabbini
di val.

La cerimonia ha avuto luogo domenica scorsa a Barghe




Carabinieri in armi e in congedo, autorità valsabbine e semplici cittadini.
La chiesa che Barghe dedica a San Giorgio era gremita di gente  domenica scorsa.
L’occasione è stata la cerimonia della Virgo Fidelis, patrona dell’Arma dei Carabinieri, organizzata dalla sezione “Valsabbina in Preseglie” dell’Associaizone Nazionale Carabinieri presieduta da Icaro Pasini.

Fredda e bagnata a causa del maltempo che ha imperversato sulla zona per tutta la mattina, la cerimonia allietata anche dalla presenza della banda San Gottardo, in qualche modo si è riscaldata grazie alla vicinanza dimostrata da molti alla Benemerita: da parte di don Alberto durante l’omelia, ma anche per la presenza di numerosi sindaci e delle autorità che sono intervenute una volta conclusa la funzione.

Il sindaco Giovan Battista Guerra
ha elogiato la capacità dei carabinieri di essere autorevoli prima ancora che “autorità” costituita, per passare poi a ricordare i carabinieri di Barghe annoverati fra coloro che in pace o in guerra si sono immolati per fare il loro dovere difendendo i cittadini.

Il presidente della Comunità montana Giovanmaria Flocchini
ha fatto notare come anche in quella giornata sia emersa la “doverosa vicinanza all’Arma che noi sindaci, uniti in questo coi cittadini che rappresentiamo, non smettiamo mai di ringraziare».

Gianantonio Girelli, consigliere regionale, valsabbino di Barghe, ha descritto l’Arma dei Carabinieri come un dono: protezione, tutela dei diritti, abnegazione, fedeltà a se stessi e ai valori di riferimento della società, coerenza».

Poi il pranzo sociale al Poggio Verde, dove sono state consegnate le nuove tessere agli associati, che ora sono più di 320.
Un passato, per l’Arma dei Carabinieri, accompagnato sempre dal totale asservimento al bene comune della comunità di appartenenza, fino al gesto estremo di sacrificare la propria vita.

Il sacrificio, nel passato com’è ancora oggi.
In questa chiave sono da leggere i tre riconoscimenti consegnati nel corso del convivio.

Sono stati infatti incontrare idealmente Ciro De Vita (attraverso la presenza a Barghe del fratello Salvatore), medaglia d’oro al valor civile (alla memoria) travolto e ucciso sulla strada a Lugagnano di Sona (Verona) nel 2006; il carabiniere Andrea Valentini in forza a Sabbio Chiese perché era il carabiniere più giovane fra i presenti; l’appuntato Bruno Chiecchio, da tempo in pensione, che ha rappresentato l'arma in congedo con i suoi eroi, essendo stato decorato con medaglia d’argento al valor militare per un’azione particolarmente coraggiosa che risale all’ottobre del 1987, quando lui ed il suo superiore, l’allora il vicebrigadiere Marcello Rizza che oggi è il segretario dell'Anc "Valsabbini in Preseglie", hanno ingaggiato un conflitto a fuoco coi dei rapinatori in fuga, raggiungendoli, salvandoli dall’incendio dell’auto ed assicurandoli alla giustizia.


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