Cielo grigio su, foglie gialle giù
di John Comini

Dedico queste povere parole a una persona amica che in questi giorni è piuttosto giù. "Ciao. Trovare le parole giuste da scriverti è difficile. Sono giorni difficili questi, ti capisco, credimi... "


Giorni di pioggia, di buio che arriva presto, giorni di tristezza. Il cimitero è pieno di gente, di fiori colorati, di preghiere. E poi ci sono le tombe dimenticate, spoglie, tristi. Il parroco ha detto che il cimitero sarebbe meglio chiamarlo campo santo, un campo in attesa della santità della resurrezione. Da qui all’eternità.

Quando mia mamma è andata in Paradiso, accompagnavo mio papà al cimitero a farle visita e lui tornando mi diceva “Me toca lasala là… ”. Sì perché avrebbe voluto portarla con sé, a casa, e stare insieme a lei ancora per un giorno, o solo per qualche istante, il tempo di darle una carezza.

Girando per il cimitero, guardavo le fotografie e pensavo alle vite di ciascuno, vite straordinarie e vite normali, per la gente magari vite insignificanti, ma sempre vite fatte di amore e di tristezze, di gioia e di delusione, di serenità e di affetti, di sogni realizzati e da realizzare.

E quando incrociavo la foto di un bambino, pensavo che persino Gesù non ce l’ha fatta a resistere alla disperazione di una madre e con infinita tenerezza ha fatto rivivere il figlio. E poi guardavo le foto dei poveri ragazzi morti in guerra, e mi è venuta in mente la poesia di Ungaretti, Soldati:

“Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie.”


Ma tu non ci sei andata al cimitero. Troppo dolore, in questi giorni, troppa nostalgia. Vorresti nasconderti in qualche angolo sperduto di mondo. Non hai mai smesso di pensare ai tuoi cari, vivi ogni giorno con loro accanto. Fa male la loro perdita.

Non ci sono più. Non ci sono più sul divano. Non ci sono più accanto a te mentre cucini, mentre dormi, mentre fai le mille piccole cose della giornata. E fa male. E stai male.

L’assenza delle persone care è un dolore lancinante, continuo, muto. Ogni stanza della casa ti fa affiorare nella mente i bei ricordi, i sorrisi, le ore liete, le semplici gioie della vita. Ogni oggetto è pieno di istanti di felicità, di parole dette o sussurrate, di sguardi innamorati.
Apri i cassetti e con il cuore a pezzi ritrovi gli oggetti delle persone care. Allora anche le fragilità, i difetti, le discussioni, le litigate, nella memoria diventano belli.

Ma ora quei momenti ti appaiono perduti. Per sempre. E guardarli nelle fotografie ti fa male. Ricordare la felicità del tempo andato è ancora più triste.

Vorresti poterli almeno sentire, pensare che non siano così distanti, che non se ne sono andati per sempre. E ti sembra di chiamarli a gran voce, forte, ma pare che non ti sentano.

La solitudine è una cosa orribile, se non la scegli tu. Perché quando qualcuno ci lascia, c'è un cupo dolore da attraversare. Il tuo cuore fatica a far passare il tempo. Ci si sente inquieti, si vorrebbe dormire a lungo e svegliarsi chissà quando.

Tu sai che le persone buone non devono temere la morte, che siamo tutti di passaggio. E sai benissimo che la vita non è un regalo, è un prestito. Sant’Agostino ha scritto: ‘O voi che tanto mi avete amato, non guardate la vita che finisco ma quella che comincio’.

Ma ogni parola pare lontana, perduta nella pioggia. Ti mancano le persone che hai amato e che ti hanno amato. Stai vivendo il dolore del distacco, l’angoscia dell’assenza.

Ti senti spezzata. La loro mancanza è troppo forte e non te ne fai una ragione.
Ti mancano disperatamente. Ogni sera immagino che ti addormenti sperando di sognarli e ogni mattina ti aspetta  l’incubo di un altro giorno senza di loro.

Ma tu sei una bella persona:  l’amore che hai dentro, portalo con te...

Se i tuoi cari potessero parlarti, ti direbbero: “Non abbatterti. Ti vogliamo felice! Non piangere, perché le tue lacrime potrebbero impedire ai tuoi occhi di vedere le stelle” Soltanto l’amore va oltre la morte. Perché loro non sono così distanti.

Ascolta il tuo cuore: ti dice di non disperarti, che niente finisce così. Che loro non se ne sono andati per sempre, nessuno se ne va per sempre. Sono rimasti nella tua anima fragile.

E a volte tornano, in un profumo, in un suono, in un colore, sopra una stradina coperta dalle meravigliose foglie gialle dell’autunno. Perché non si è mai lontani abbastanza per non trovarsi…

Ascolta “Non smetto di aspettarti”, la canzone di Fabio Concato…

“Mi manchi, non te lo dico mai
e i viaggi sono tanti, ma so che tornerai

Mi manca quanto ridi fino alle lacrime…
Ma questa notte mi manchi da morire

Mi manca quella tua leggerezza
per affrontare il mondo e anche la mia tristezza

Mi mancano i tuoi occhi che sanno accarezzarmi
e illuminare i miei

Mi manchi non puoi sapere quanto
Sarà che non esisti e allora io ti invento

ti immagino e ti canto
E così mi pare che ci sei

e se non posso amare così tanto
e farmi amare, io a cosa servirei?

Mi senti? Non so come cercarti, non so a chi domandare
non smetto di aspettarti perché mi manchi.”


Perché vita e morte sono una cosa sola, così come il fiume e il mare. Lassù Qualcuno ci ama e ci abbraccia con un amore infinito. Ne sono certo. Deve essere così. Perché noi siamo infinito.

Ti mancano da morire. Vorresti che fossero ancora qui, anche solo per un minuto, per gridare loro che li ami, per abbracciarli forte forte.

Ma adesso devo dirti una cosa. Loro ci sono, hai capito? Ci sono. Anche se non li vedi. Loro ti stanno vicino, ti proteggono. E soffrono con te, e vorrebbero vederti felice, asciugarti le lacrime.

Vorrebbero che tu buttassi all’aria tutta la malinconia e uscissi ancora all’aperto, fuori. Perciò ascoltami: apri la porta di casa, c’è un mondo che ha bisogno di una bella persona come te.

Cerca qualcuno che ti faccia sorridere, perché ci vuole solo un sorriso per far sembrare brillanti queste giornatacce. Lo sai, nel grigiore c’è sempre la luce di un bambino che ti sorride, o di una persona che viene a trovarti, o le battute di un amico scassato come me.

Coraggio! Ciao. Te voe bé

il tuo amico John

Ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero!

Nelle foto, alcune persone della mia famiglia che mi mancano…

- I miei nonni, e gli zii don Tranquillo, Fausto, Giulia e Vittorio
- Mio papà (a sinistra) e mia mamma (in fondo, col velo) al matrimonio dei miei zii Fausto e Lena, celebrato da mio zio don Tranquillo
- Mia mamma
- Zia Celeste, Dina e Maria con i miei fratelli ed Anita

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