Depurazione del Garda, la Provincia delude
di red.

Egregio Direttore, le scriviamo per esporre alcune considerazioni in merito al Consiglio Provinciale che si è svolto martedì 8 ottobre presso palazzo Broletto e al quale abbiamo presenziato in qualità di uditrici


Amarezza e delusione sono le sensazioni più tangibili che anche in questa occasione abbiamo provato nel constatare quanto possa essere abissale la distanza tra la “politica” e le istanze dei cittadini e dei territori.

Entrando nel merito degli argomenti trattati,
vogliamo riferirci in particolare a quello concernente il progetto della depurazione dei reflui fognari dei comuni della sponda bresciana del lago di Garda che, in base allo studio di fattibilità tecnico-economica presentato nello scorso mese di agosto da Acque Bresciane, vede i comuni di Gavardo e Montichiari quali sedi dei due nuovi maxi depuratori a servizio del collettore gardesano.

Per noi che abitiamo lungo l’asta del fiume Chiese e che ben conosciamo le problematiche del nostro territorio, è stato sgradevole percepire quanto tutte le criticità del progetto ed i temi esposti nella proposta di delibera presentata dal consigliere Marco Apostoli, siano stati disattesi nel merito e tutta la questione sia stata trattata nel dibattito con superficialità ed impreparazione.

Nessuna considerazione rispetto alle criticità che persistono lungo il bacino del Chiese, dal lago D’Idro fino a Canneto sull’Oglio, solo slogan, inesattezze e frasi fatte trite e ritrite a difesa delle peculiarità del lago di Garda, che anche noi, ben si sappia, vogliamo difendere perché ne riconosciamo le potenzialità ma è il lago di Garda che non viene tutelato da questo progetto, anzi!

Per questo ripetiamo che un progetto così concepito non serve a risolvere i problemi del Garda, che rimarranno tali e quali fintantoché non si provvederà a suddividere le acque bianche dalle nere (questo viene scritto anche nel progetto di fattibilità di Acque Bresciane ed è davvero sconcertante!) e a togliere tutti gli scarichi censiti e abusivi che vanno direttamente a lago, vedi situazione di Desenzano, ad esempio.

Andare avanti con questo progetto con la scusa di non perdere il finanziamento dei famosi 100 milioni, che è appunto, una scusa, significa danneggiare per sempre due bacini (quello del Garda e quello del Chiese) e buttare al vento i soldi pagati dai contribuenti attraverso le tariffe e le tasse, visto che i 100 mln non sono spuntati dal nulla.

Ci rivolgiamo quindi a tutti i consiglieri che hanno osteggiato la proposta di delibera, alle segreterie dei partiti rappresentati in consiglio, compresi Presidente e Vicepresidente, affinché leggano con attenzione e approfondiscano il suddetto progetto perché vi troveranno innumerevoli incongruenze, così come le hanno riscontrate le persone competenti che sostengono e collaborano con tutti i comitati sorti a difesa del fiume Chiese, anzi ci permettiamo di proporre ai Consiglieri provinciali un incontro con i nostri tecnici che spiegheranno loro tutti i punti critici da loro rilevati.
Sentire entrambe le campane dovrebbe essere alla base di un costruttivo dibattito e confronto anche in Consiglio provinciale!

Vogliamo ribadire che l’Ente Provincia deve essere per sua natura super partes, mentre in questa vicenda dimostra di aver preso una netta posizione fin dall’inizio col rischio di rendere il bacino del Chiese un territorio di serie C, vittima sacrificale di altri interessi che non sono certo quelli della tutela del lago di Garda

Se la Provincia è la casa di tutti i comuni è giunta l’ora di dimostrarlo perché a noi proprio non lo è sembrata..

Piera Casalini - Roberta Caldera - Raffaella Bazzoli


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