Transumanza o sanmärtì?
di Marisa Viviani

Nel dialetto di Bagolino il termine transumanza non esiste; lo spostamento delle mandrie dalle stalle di fondovalle agli alpeggi, e viceversa, è chiamato sanmärtì, come il classico trasloco da una casa all'altra...


Nel dialetto di Bagolino il termine transumanza non esiste; lo spostamento delle mandrie dalle stalle di fondovalle agli alpeggi, e viceversa, è chiamato sanmärtì, come il classico trasloco da una casa all'altra, anche perché insieme al bestiame si muovono tutte le attrezzature per la caseificazione, gli arredi più indispensabili, indumenti personali, utensili da cucina necessari per il lungo soggiorno estivo sui pascoli d'alta quota, mentre a fine stagione tutto va riportato a valle; insomma un sanmärtì in piena regola.

Il sanmärtì déi mälghìs non è una tradizione folkloristica attiraturisti, ma una normale pratica di gestione dell'azienda zootecnica, che nella Valle del Caffaro è rimasta pressoché inalterata nei secoli: in autunno e in inverno il bestiame resta nelle stalle di fondovalle fino alla primavera, in estate viene condotto in alpeggio fino all'autunno, quando rientra a valle con tutte le masserizie al seguito; e così ogni anno da tempo immemore. La valle risuona allora dello scampanio delle ciòche déle àche e dei ciochècc déle càvre, in un concerto musicale d'altri tempi che resta nella memoria come suono proprio della montagna, della sua economia, delle sue tradizioni.

La manifestazione denominata La Transumanza è la rappresentazione breve di ciò che le venticinque aziende famigliari presenti sul territorio di Bagolino effettuano in molte ore o intere giornate, e in qualunque condizione atmosferica, poiché il giorno del sanmärtì servono aiutanti per la sorveglianza della mandria, ci si deve accordare per tempo e l'impegno non può essere rimandato. Ma pur nella sua brevità la manifestazione mostra la realtà di un rito antico, che è lavoro, passione per la montagna, storia di una comunità, e nessuna rappresentazione ne potrebbe esemplificare la complessità, se non la partecipazione alla vita stessa dei mälghìs, gli allevatori di montagna depositari della tradizione.

Chi assisterà a La Transumanza del prossimo 13 ottobre, sappia quindi di trovarsi al cospetto di una antica civiltà alpina, che mantiene il suo corposo influsso nella comunità odierna di Bagolino, anche nelle mutate condizioni sociali. Sono trascorsi secoli, ma il sanmärtì resta; forse bisognerebbe ripensare al nome di questa manifestazione, per distinguerla dalle tante transumanze che stanno spuntando ovunque come i funghi d'autunno. Alla secolare tradizione agro-silvo-pastorale della comunità di Bagolino questo rispetto è dovuto.


Nelle foto di Luciano Saia: Scene di "Transumanza" 2015

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