Il samurai
di Luca Rota

Nuovo appuntamento, vecchie storie, sempre al gusto “d’Oriente”, che raccontano di traiettorie velenose provenienti da calci da fermo, di sinistri paragonabili a sentenze, di accelerazioni improvvise e di tanto altro.


Non meno bravo di Nakata, e come lui arrivato direttamente dal Giappone nella provincia calcistica italiana (anche se decisamente più a Sud), Sunshuke Nakamura, porta in dote le sue giocate, le sue punizioni mancine chirurgiche all’ennesima potenza, e il suo sorriso.

Tre stagioni in riva allo Stretto, sponda reggina, tante giocate di alto livello e una numero 10 sulle spalle onorata fino all’ultimo giorno in maglia amaranto.

Quando dalla calda Reggio si trasferirà nella fredda Glasgow, sponda Celtic, diverso sarà il numero di maglia, ma non le giocate, che avranno come palcoscenici anche quelli europei di Champions ed Europa League.

Un trequartista completo, abilissimo nella fase offensiva e, anche grazie al suo passaggio nella serie A, non estraneo alla fase di copertura.
A differenza di Nakata, lui ancora oggi - a 41 anni suonati - gioca nella sua Yokohama, in coppia con un certo Kazu Miura, più di una leggenda da quelle parti.

Come un samurai che mette ancora la sua spada al servizio di chi ne richiede i servigi, è così che m’immagino gli assist per Miura e compagni, o le giocate risolutive sui calci d fermo.

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