Avviato l'Osservatorio sulla fiscalità locale
di Redazione

La collaborazione tra AIB e Università Cattolica del Sacro Cuore ha dato vita al primo Rapporto sulla fiscalità locale nella provincia di Brescia



La collaborazione tra l’Associazione Industriale Bresciana e l’OpTer (Osservatorio per il territorio: impresa, formazione, internazionalizzazione) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha portato all’avvio del 1° Rapporto sulla fiscalità locale nella provincia di Brescia, progetto che segue di pochi mesi la presentazione dell’Osservatorio sui costi della Pubblica Amministrazione per le imprese industriali.

Il report, riferito al 2018, ha rilevato le tariffe degli oneri di urbanizzazione e le aliquote della IUC (IMU, TASI e TARI) e dell’addizionale IRPEF di un primo campione significativo di 77 comuni del territorio, in cui risiede oltre l’81% degli addetti e sono localizzate circa l’89% delle imprese associate ad AIB. Nell’edizione successiva – all’inizio del prossimo anno – l’Osservatorio verrà esteso a tutti i 205 comuni della provincia: i dati raccolti sono già disponibili online sull’apposito portale osservatoriofiscale.aib.bs.it, che verrà costantemente aggiornato.

A livello generale, il Rapporto evidenzia come i comuni con il livello di pressione fiscale più alta siano, oltre al capoluogo, quelli lungo l’asse viaria che va dal Lago di Garda a Brescia e prosegue verso Milano; quelli con gli oneri meno elevati risultano invece localizzati nella Bassa.

Per quanto riguarda gli oneri di urbanizzazione relativi a nuovi insediamenti – calcolati su un capannone industriale (categoria D7) localizzato in una zona periferica con un’area complessiva di 10mila mq –, i comuni con i costi più alti risultano essere Brescia (225mila euro), Cologne (189mila euro) e Ospitaletto (179mila euro); quelli con gli oneri più bassi sono invece Carpenedolo (25mila euro), Visano (30mila euro) e Piancogno (33mila euro). La media provinciale si attesta sopra gli 87mila euro (grafico a pagina 39 del Rapporto).

Con riferimento agli oneri di urbanizzazione relativi a nuovi uffici – il modello considerato è categoria A10 in palazzina localizzata in una zona semicentrale, con una superficie di 500 mq –, i comuni con il costo più elevato sono Brescia (60mila euro), Ospitaletto (60mila euro) e Desenzano del Garda (59mila euro); quelli meno costosi Carpenedolo (9mila euro), Piancogno (10mila euro) e Visano (11mila euro). La media provinciale è pari a circa 28mila euro (pag. 41).

Anche per il livello di pressione fiscale sulle imprese, considerando la IUC relativa ai capannoni, la classifica è comandata da Brescia (36mila euro), seguita da Montirone (36mila euro) e Collebeato (34mila euro); i comuni con i più bassi livelli di tassazione sono invece Verolanuova (17mila euro), Visano (19mila euro) e Adro (19mila euro). La media provinciale si attesta a 26mila euro (pag. 45).

Per gli uffici, i primi tre comuni con livello di tassazione più elevato considerando la IUC sono Salò (9mila euro), Desenzano del Garda (9mila euro) e Sirmione (9mila euro). Quelli con livello di tassazione più basso sono Verolavecchia (2mila euro), Verolanuova (3mila euro), e Calvisano (3mila euro). La media provinciale è pari a 4.700 euro all’anno (pag. 47).

Per quanto riguarda l’addizionale IRPEF (applicata ad un contribuente con un reddito pari a 30mila euro), la classifica è guidata da Breno, Brescia, Calcinato, Gardone Val Trompia, Gavardo, Manerbio e Salò, tutte con un valore pari a 240 euro all’anno; il tributo non è invece previsto – tra i 77 comuni analizzati – a Verolanuova, Sirmione, Sarezzo, Prevalle, Odolo, Maclodio, Lograto ed Erbusco. La media provinciale è di 142 euro annui (pag. 37).

“L’intento dell’iniziativa non è quello di creare una semplice banca dati, ma di far sì che attraverso la mappatura e il confronto del livello di tassazione si possa avviare un percorso virtuoso, volto al dialogo tra imprese da un lato e comuni dall’altro – commenta Filippo Schittone, Direttore di AIB –, che possa concretizzarsi con l’introduzione ad esempio di meccanismi di semplificazione e chiarezza, di agevolazioni specifiche per i nuovi insediamenti produttivi o per le imprese che attuano politiche ambientali virtuose.

Questo pur nella consapevolezza che la legge di bilancio per il 2019 non ha confermato il blocco del potere degli enti locali di deliberare variazioni delle aliquote dei principali tributi e delle addizionali. L’invito rivolto ai comuni è, in questo senso, di non dar corso all’aumento dei livelli di imposizione, ma di dialogare con le imprese e raccoglierne le istanze”.

“In un contesto economico sociale che è ancora di grande difficoltà, in una fase di "sostanziale stagnazione" dell'economia italiana che prosegue ormai dal secondo trimestre dello scorso anno, è parso naturale all’Associazione Industriale Bresciana e all’Osservatorio per il Territorio (OpTer) dell’Università Cattolica unire le forze per mettere a disposizione delle amministrazioni comunali e delle imprese della Provincia di Brescia un soggetto in grado di fotografare e monitorare nel tempo l’impatto della fiscalità locale sulle attività produttive – aggiunge Giovanni Marseguerra, Ordinario di Economia Politica presso l’Università Cattolica e Direttore di OpTer – L’Osservatorio sulla fiscalità locale nella Provincia di Brescia nasce pro­prio con questo scopo, vale a dire offrire un utile strumento di comparazione sulle principali imposte locali applicate dai diversi Comuni bresciani alle imprese del nostro territorio.

Uno strumento utile sia alle amministrazioni comunali, per meglio orientarle nelle decisioni sulla fiscalità locale, sia alle imprese, per supportarle nelle loro scelte localizzative. Rafforzando così le sinergie pubblico-privato e consolidando quel percorso di sviluppo umano basato sulla responsabilità di tutti gli attori che da sempre caratterizza la provincia bresciana”.


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