«Assalto» alla cabina del telefono
Pensavano di diventare ricchi spaccando l’apparecchio telefonico nella cabina pubblica in piazza Donatori di Sangue, a Gavardo. Sul posto però è arrivata la pattuglia dei militari del paese e subito sono scattate le ricerche dei due balordi.

Notte brava per due fratelli di Gavardo, arrestati dai carabinieri nella tarda serata di domenica con le accuse di tentato furto in concorso, con l’aggiunta di danneggiamento e resistenza e violenza a pubblico ufficiale. In via Donatori di sangue i due fratelli, di 27 e 30 anni, hanno cercato di scassinare una cabina del telefono. Puntavano alle monetine contenute nella cassetta d’acciaio. Un furto da qualche decina di euro che non è riuscito e neppure passato inosservato.

Alcune persone che abitano nelle vicinanze della cabina del telefono, alle 21.30 sono state richiamate dai rumori che provenivano dalla strada. I più curiosi si sono avvicinati vedendo uno dei due giovani gavardesi colpire con una grossa pietra l’apparecchiatura nel tentativo di scassinarla. Il secondo fratello faceva da «palo», pronto a dare l’allarme.
Una telefonata al «112», con segnalazione di danneggiamento in corso in via Donatori di sangue, ha fatto intervenire una pattuglia dei carabinieri della stazione di Gavardo che si trovava nel centro storico del paese per controlli. I militari hanno sorpreso i fratelli ancora vicino alla cabina.
Non facile bloccarli dato che hanno reagito energicamente nel tentativo di scappare, sperando di farla franca.

Sia pure a fatica, dopo una breve colluttazione, le manette sono scattate ai polsi dei due ladri che hanno concluso la serata in caserma per l’identificazione e l’interrogatorio.
Pare che uno dei due giovani fosse alterato. Questa l’impressione che hanno avuto i carabinieri intervenuti domenica sera e che spesso, a Gavardo, hanno a che fare con risse, pestaggi anche tra spacciatori di droga e episodi di danneggiamento a strutture pubbliche.

Alla fine è scattato l’arresto, non per danneggiamento, ma per tentato furto con l’aggiunta delle resistenza a pubblico ufficiale dato che i due militari sono rimasti leggermente contusi durante l’intervento.
Dalla caserma di Gavardo, una volta conclusi gli accertamenti, il viaggio sino al carcere cittadino di Canton Mombello in attesa della convalida dell’arresto e del processo che potrebbe essere celebrato subito, per direttissima.
Potrebbero cavarsela con una condanna alla fine mite, se patteggiata con pena sospesa e conseguente ritorno a casa.

F.MO. da Bresciaoggi
0602Cabina.jpg