«A volte esagero, ma piegare sulle Coste è bellissimo»
di Ubaldo Vallini

Il punto di vista dei motociclisti in merito ai provvedimenti adottati in particolare per le moto sul Colle Sant'Eusebio, nelle parole e nell'esperinza di un «veterano» delle Coste



«Si, è vero, a volte esagero. Del resto con una moto agile e potente rimanere entro i limiti imposti dal Codice della strada è davvero difficile. Marco è un “veterano” delle Coste. Ha compiuto 54 anni e nelle ultime 30 estati qualche “vasca” fra Caino e Odolo se l’è sempre fatta.

Vasca si dice nel gergo, come in piscina: avanti e indietro, magari in due o tre con l’adrenalina che arriva a mille, per poi fermarsi soddisfatti a contemplare il battistrada usurato in modo uniforme, appiccicoso quanto basta a permetterti di piegare fino ad appoggiare il ginocchio mentre le pedane fanno scintille.

A Marco chiediamo cosa ne pensa dei sindaci coalizzati, insieme a prefetto e forze dell’ordine, contro i motociclisti indisciplinati che ogni fine settimana percorrono la 237 del Caffaro arrivando a causare allarme sociale.

Ammette che qualche rischio se lo prende, ma giura di non esagerare e soprattutto di non mettere a repentaglio l’incolumità di nessuno oltre che di se stesso: «Un automobilista può pensare che siamo continuamente in equilibrio precario, ma non è così». Soprattutto nega che lui o i suoi amici possano essere accusati di mettere a repentaglio l’altrui incolumità: «Non escludo che qualche “sprovveduto” (il termine era un altro) possa divertirsi ad impressionare la gente sgasando in paese dopo aver lasciato a casa i db-killer, ma la cosa proprio non ha senso – ci dice -.

A noi piace questa strada, soprattutto le curve che ci sono fra la sommità del Colle e Casa d’Odolo, proprio perché ti puoi permettere di piegare forte e sfruttare le accelerazioni senza nemmeno oltrepassare troppo i limiti di velocità, con un rischio bassissimo di trovarti davanti mezzi agricoli, auto che escono da stradine laterali o di farsi ritirare la patente. Perché mai dovremmo fare queste cose in mezzo al paese, dove all’improvviso può uscire il classico bambino che corre dietro ad un pallone.

Magari la moto fa rumore ed impressiona e a meno di 50 all’ora ci si va raramente, ma tutto avviene in piena sicurezza. E non ricordo incidenti con pedoni coinvolti in mezzo a Caino oppure a Odolo. Anzi, a dirla tutta mi pare che incidenti gravi sulle Coste non capitano da anni».

Poi Marco ci propone la sua analisi: «Il traffico del fine settimana in questi anni è aumentato a dismisura. Da queste parti passano centinaia di motociclisti e qualcuno inesperto può fare degli errori. Altrettanti sono gli automobilisti e alcuni guardano più il cellulare che la strada. Poi ci sono i ciclisti che amano andare in gruppo, fregandosene se gli altri devono improvvisamente rallentare. Diciamo che prendersela solo con chi va in moto, che per altro se fa un incidente è il primo a rimetterci quindi ci sta attento, è facile ed è anche comodo».
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