Lettera di Liliana Segre ai ragazzi di Vobarno
di Davide Vedovelli

La senatrice a vita, superstite del campo di sterminio di Auschwitz, ha scritto una lettera ai ragazzi della scuola “A. Migliavacca” di Vobarno


Scrivevo qualche giorno fa, proprio in occasione del 25 aprile, dell’importanza dell’attività incessante e costante che la Sez. ANPI di Vobarno svolge promuovendo i principi della Democrazia e della libertà. Attività culturale svolta anche e soprattutto all’interno delle scuole, luogo per eccellenza di formazione ed istruzione della società del domani. Da molti anni a questa parte la Sez. ANPI di Vobarno offre ai ragazzi di 3^ media un viaggio sui luoghi simbolo della Resistenza.

Negli anni scorsi sono stati in visita a Monte Sole di Marzabotto ed a Gattatico alla casa-museo dei fratelli Cervi, nel 2017 e nel 2018 sono stati invece nei luoghi simbolo della Resistenza Valsabbina con visita a Provaglio V.S., proseguendo poi per Barbaine per concludere a Forno d'Ono con la visita al Museo della Resistenza.

Il prossimo 23 maggio si recheranno a Milano al memoriale della Shoah al Binario 21.

Queste iniziative hanno sono necessarie e fondamentali e servono a creare una rete virtuosa e tenere alta l’attenzione su un tema, ahimè, non più così scontato. Immagino la sorpresa e la soddisfazione quando i ragazzi e le insegnanti della Scuola Migliavacca si sono visti recapitare una lettera scritta dalla senatrice Liliana Segre.

Liliana Segre è una dei 25 bambini
sopravvissuti dei 776 bambini italiani deportati ad Auschwitz. Ecco il testo della lettera:

Care ragazze e cari ragazzi, signore e signori,
Saluto con vero piacere la manifestazione con cui anche quest' anno ricordate il 25 aprile e la Liberazione dal nazi-fascismo.
Lo ricordo anch'io il 25 aprile 1945.

Lo ricordo perché c'ero. Quando il 27 gennaio Aushwitz fu liberata dai sovietici in verità l'inferno non era ancora finito. Poche ore prima i tedeschi infatti avevano preso a deportarci ancora verso nord-ovest. Iniziò una nuova "Marcia della morte" con l'intento esplicito di decimare strada facendo i sopravvissuti. Fame, freddo, sfinimento fecero una strage. Partiti in 58.000 arrivammo al campo di Malchow, nel nord della Germania, sopra Berlino in 300.

Nei primi giorni di aprile un gruppo di prigionieri di guerra francesi vedendoci nello stato in cui eravamo ci gridarono " cercate di non morire!", "tenete duro! Stanno arrivando russi e americani". Pare facile non morire in quelle condizioni! Razzolando nei letamai dei contadini, mangiando erba, sbranando cavalli morti. Con un freddo tale che al mattino ci svegliavamo ricoperti di ghiaccio.

Certo percepivamo che qualcosa stava accadendo. Vedevamo gli aerei con la stella rossa passarci sopra la testa per andare ancora più a ovest. Vedevamo il nervosismo crescente dei tedeschi. E in effetti esattamente il 25 aprile americani e sovietici si incontrarono proprio vicino a Malchow. I tedeschi provarono a spingerci ancora più a ovest, ma ormai erano disperati anche loro, vidi aguzzini delle SS abbandonare le loro orgogliose divise e aggirarsi in mutande alla ricerca di qualche vestito da contadino.

Questo è stato il mio 25 aprile.

Mi auguro che il vostro sia di pace e di memoria. Perché sempre attuale è il monito di Primo Levi:" è accaduto, può accadere ancora".
Infine so che a maggio andrete a Milano a visitare il memoriale della Shoah presso il binario 21 della stazione centrale. Lì dove tutto è incominciato, con migliaia di ebrei italiani caricati sui carri bestiame e portati al loro destino di morte. Il 25 aprile invece tutto sarebbe finalmente finito. Finito cioè l'incubo del nazifascismo, mentre poteva cominciare il percorso che avrebbe portato tutti i paesi europei ad un futuro di pace e di democrazia.

Mai dimenticare dunque, perché i pericoli del razzismo, dell'antisemitismo, della xenofobia sono sempre incombenti e di pace e democrazia c' è sempre rinnovato bisogno.

Liliana Segre

In foto la senatrice Liliana Segre
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