Angelo, troppo presto volato in cielo
di Salvo Mabini
La salma trattenuta al Centro di medicina legale di Brescia per l'esame autoptico. Intanto Vobarno piange la sua scomparsa e l'intera valle si intrroga sull'ineluttabilità del destino
E’ palpabile in tutta la Valle lo strazio causato dalla morte improvvisa di Angelo Bonelli, il 21 enne di Clibbio morto precipitando con la sua auto nella seriola che scorre a lato della Provinciale IV, fra l’abitato di Vobarno e quello di Carpeneda.
Ancora qualche centinaio di metri e con la sua Alfa Mito rossa fiammante avrebbe dovuto girare prendendo la salita che in breve l’avrebbe portato a casa, al sicuro dei suoi numerosi affetti.
Invece no: un colpo di sonno ha deviato la traiettoria della sua auto infilandola in quell’unico pertugio non protetto, fra il muro ed il guard-rail.
E Angelo è precipitato nell’abbraccio mortale dell’acqua gelida.
L’hanno cercato per tutto il giorno, temendo che gli potesse essere successo qualcosa mentre scendeva da Serle dove era stato ad accompagnare la fidanzata dopo la serata al Plaza.
Solo quando le telecamere all’ingresso del paese dalla parte di Collio ne hanno segnalato il passaggio poco prima delle 4 del mattino, il campo di ricerca si è ristretto e l’hanno ritrovato.
Il resto è lo strazio dei familiari che ne hanno atteso per ore il recupero, la penna del riconoscimento, mentre il dolore si diffondeva come una macchia d’olio, a togliere il sonno agli amici e a tutti coloro ai quali capita o è capitato, di attendere il rientro di un figlio di 21 anni.
Dopo gli studi alla Scar, Angelo aveva trovato impiego come stampista alla Valsir, sede di Nozza.
Un ragazzo d’oro, il primo di una nidiata di tre per mamma Eleonora e papà Daniele.
Una grande passione per la motocicletta, quella che serve per andare in montagna, per i lavori agricoli, per la vita quella sana.
La salma ancora riposa al Centro di medicina legale di Brescia, in attesa del nulla osta alla sepoltura.
Mancherà a molti quest’Angelo, volato in cielo troppo presto.
