Négher
di Luca Rota

L’altra sera Kean, prima di lui anni fa Balotelli, e prima ancora Matteo Ferrari ed Ogbonna...


Nell’under c’è Adjapong, la Germania ha Sané, Gnabry, Kehrer, Rudiger e Boateng.
Francia ed Inghilterra ne hanno da sempre moltissimi, così come l’Olanda ed il Belgio.

Tra vent’anni forse i "buu" razzisti e gli ululati saranno rivolti a chi gioca male, non dà il massimo in campo, sbaglia un rigore o magari è troppo biondo, o troppo caucasico.

Gli autori credo saranno sempre quegli stessi “illuminati” che oggi, un attimo prima esultano per il gol del Kean di turno, e pochi secondi più tardi quando lo incrociano per strada, gli urlano contro di tornare al suo Paese, al négher.

Perché è così che questi illuminati e i loro amici (anche fra i politici) chiamano questi signori, sia quelli che di professione fanno i calciatori, sia tutti gli altri.

Négher, e non numero nove, centravanti, scarpone, ira di dio, rigorista da schifo, portiere para tutto, ingegnere, fannullone, netturbino, operaio, insegnante, cattiva o brava persona.

Négher mica persone. 

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