Depuratore del Garda, si comincia da Gavardo
di Federica Ciampone

Il presidente Alghisi ha convocato in Broletto i sindaci del bacino del Chiese per illustrare loro il progetto definitivo del doppio depuratore. Il primo impianto sorgerà a Gavardo, con grande amarezza da parte dei sindaci e dei comitati ambientalisti, che però non si arrendono 


Un depuratore - il più urgente - a Gavardo per il lotto nord, e successivamente un depuratore per il lotto sud a Montichiari, mentre la zona dell’Est Garda rimarrà legata all’impianto di depurazione di Peschiera.  
 
Questo il progetto definitivo che il presidente della Provincia Samuele Alghisi ha prospettato, giovedì scorso, ai sindaci del bacino del Chiese, convocati in assemblea per fare il punto della situazione sul depuratore del Garda. 
 
L’incontro è la tappa finale del percorso avviato dalla Provincia, su incarico della Regione, a gennaio, per riuscire a dare una risposta rapida che permettesse di non perdere il cofinanziamento messo in campo dal Ministero dell’Ambiente, pari a 100 milioni su 230 di opera complessiva (la quota rimanente fa parte del piano d’ambito dell’Ato di Brescia e di Verona).
 
I lavori per la realizzazione del depuratore a Gavardo – impianto che permetterà l’eliminazione della condotta sub lacuale, le cui condizioni risultano ormai preoccupanti – partiranno nel 2020 e dureranno 4-5 anni. Il nuovo polo di depurazione, in grado di servire fino a 100mila abitanti equivalenti, sorgerà a fianco della 45bis, vicino all’impanto intercomunale attualmente in via di realizzazione per il trattamento degli scarichi di Gavardo, Villanuova, Vallio Terme e Muscoline.
 
Una soluzione che – si è detto in Broletto - sarebbe la migliore dal punto di vista tecnico e finanziario, ma anche ambientale. Il nuovo impianto, il cui costo complessivo previsto si aggira tra i 50 e i 60 milioni, consentirebbe infatti la dismissione dei piccoli depuratori obsoleti presenti in Valle Sabbia e in Valtenesi. Il nuovo polo sarebbe interrato e avrebbe la possibilità di creare scarichi diversificati a seconda della stagionalità e della situazione idrica del territorio, riducendo l’impatto ambientale e paesaggistico. Il 10% della tassa di soggiorno dei Comuni del Garda, inoltre, per i prossimi 8 anni sarebbe destinato a interventi di compensazione nelle zone coinvolte. 
 
Successivamente verrà ampliato il depuratore di Montichiari, che potrà servire 140mila abitanti equivalenti. In entrambi i casi si parla di depuratori di ultima generazione, che secondo i tecnici non creeranno alcun problema al fiume Chiese.
 
Delusi e amareggiati, dopo l’incontro, il sindaco di Prevalle Amilcare Ziglioli e quello di Muscoline Davide Comaglio. Come riportato dal Giornale di Brescia e da Brescia Oggi, il primo ha parlato dell’assenza di risposte convincenti, in particolare riguardo alle vere ragioni che impedirebbero di realizzare l’opera, anziché a Gavardo, in una località gardesana. Gli fa eco il sindaco Comaglio, che ha sottolineato come i sindaci a suo parere abbiano avuto solo il ruolo di uditori e non di interlocutori, e come tutto sembri già deciso, senza la possibilità di proporre alternative. 
 
I risultati delle consultazioni verranno ora consegnati, come da programma, all’assessore regionale Pietro Foroni. Nel frattempo i sindaci dell’asse del Chiese, i comitati ambientalisti e gli abitanti continueranno a ribadire con forza la propria assoluta contrarietà al progetto.
 
 
190316-sindaci-Broletto.jpg