Il diritto di sputare
di Luca Rota

A cosa serve l’ideologia se uccide il senso critico? Portare avanti un’idea non equivale a tifare, e tifare non equivale mai a ragionare


Agire per partito preso evita di avere una propria opinione, di esprimere un pensiero, giusto o sbagliato che sia.
Sarebbe forse opportuno dichiararsi a priori né pro né contro, prima di aver vagliato ciò che un progetto propone, ha in mente di proporre, vorrebbe fare.

Asserendo che le posizioni della fazione che sosteniamo siano sempre giuste ed immacolate, si finirà con l’essere dei tifosi, dei sostenitori, mentre per crescere servono dei critici.

Perché la critica serve proprio a migliorare, correggere gli errori, andare oltre.

Bisognerebbe dichiararsi sempre a priori né pro né contro a seconda dei casi, scegliendo di ragionare con la propria testa, valutando gli episodi, le storie e gli accadimenti.

Intendiamoci, parteggiare è cosa umana, ma uccidere il senso critico in noi è tutt’altra cosa. Soppesare un po’ tutto, senza lasciarsi fomentare, senza vendersi ad idee preconfezionate o dettate da chissà chi.

Per dirla con le parole di Camus: “prendete una verità, portatela con cautela ad altezza d’uomo, guardate chi colpisce, chi uccide, cosa risparmia, cosa elimina, annusatela a lungo, accertatevi che non puzzi di cadavere, assaggiatela tenendola un po’ sulla lingua, ma siate sempre pronti a sputarla immediatamente. L’uomo libero è questo: il diritto di sputare”.


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