San Giacomo riapre ai fedeli
di Aldo Pasquazzo

Sarà l’arcivescovo di Trento ad inaugurare domenica prossima i lavori di restauro della chiesa di Prezzo, rimasta chiusa dal 2012 dopo una scossa di terremoto


Nel 2012, a seguito di un terremoto, la chiesa di San Giacomo a Prezzo era stata considerata a rischio e quindi chiusa.

Ora, dopo alcuni lavori di consolidamento, la casa del Signore verrà inaugurata  domenica prossima,  17 febbraio, alla presenza di monsignor Lauro Tisi, arcivescovo di Trento.

Da allora le messe venivano celebrate nella vicina cappella-teatro, mentre funzioni funebri si celebrano presso la chiesa di Santa Giustina a Creto. “A dire il vero – dice la presidente della Pro loco Daniela Baldracchi – già la Notte di Natale il nostro nuovo parroco don Vicenzo Lupoli aveva celebrato  proprio  qui  una partecipata messa di mezzanotte”.

“Stando ad una lapide conservata al suo interno – riferisce lo storico locale Antonio Armani – la chiesa di San Giacomo sarebbe stata costruita nel 1537, consacrata il 12 settembre 1694, ampliata nel 1873. Poi semidistrutta dalla guerra nel 1916-17 e ricostruita nel 1920-21”.

L'ultimo curato effettivo, negli anni 80, era stato il compianto don Tullio Ambrosi. Dopo di lui solo preti interinali e occasionali. “Effettivamente – dice lo storico sagrestano Ivano Pizzini - ad accasarsi per ultimo come curato dentro quella canonica era stato il compianto don Tullio Ambrosi, di Carisolo, che a quei tempi era solito spostarsi su una moto Augusta e che delle storiche vecchiette “milionarie” americane era stato il curatore”.

Erano gli anni in cui il decanato di Condino, gestito dal reverendo arciprete don Modesto Lunelli, contava su una ventina di preti (cappellani compresi) rispetto ai quattro di adesso. Almeno cinque volte all'anno gli stessi reverendi si ricompattavano nella canonica capofila di Condino per il consueto parlamentino che di solito si protraeva per mezza giornata. In quella sede confluivano e si risolvevano le problematiche di ogni singola parrocchia dentro la quale ogni prete celebrava una messa al giorno.

Durante i quaresimali, vera novità del momento e dentro una chiesa sempre strapiena di gente  era rappresentata proprio dal vespro domenicale comprendente predica - dialogo tra lo stesso don Lunelli (lui dal pulpito) e il frate cappuccino padre Albino Andreatta (accasato alle balaustre), docente e grande predicatore nonché zio dell'attuale sindaco di Trento.

Sul territorio, allora, a fare la differenza erano gli altri indimenticabili e compianti arcipreti: don Vigilio Flabbi a Storo e don Marco Asson a Creto, nonché don Giuseppe Pellegrini prima curatore di anime a Bondone e poi a Daone. Unico nel suo genere anche don Alessandro Tasin, prima cappellano a Condino e poi curato a Brione, ma  più tardi trasferito in Valfloriana dove è deceduto.

Quest'ultimo, al volante delle sue ripetute Fiat 600, era considerato una controfigura di Don Camillo, che trasportava  i suoi parrocchiani da Condino a Brione o viceversa a costo zero. Allora, nell'ambito di quella stesa giurisdizione ecclesiastica, ogni 25 anni, sempre a Condino, si teneva il Congresso Eucaristico, la cui ricorrenza solenne veniva preceduta da tridui serali che avvenivano all'interno di ogni parrocchia o curazia.

In foto: la chiesa di San Giacomo restaurata e prima dei lavori
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