Addio, caro Dirigente!
di John Comini

Ieri il mio amico Mauro mi ha mandato un messaggio del Dirigente Falco: “Carissimi, con sincera costernazione e profondo cordoglio vi comunico la improvvisa ed inaspettata scomparsa del caro collega ed amico Alfonso Dal Savio.


Alfonso se ne è andato all’improvviso con quel suo understatement un po’ anglosassone ed il suo bonario sorriso di persona mite e gentile che con una battuta cordiale sapeva smussare le asperità della vita. Ci mancherà la sua bonomia e gradevole compagnia. Siamo tutti davvero costernati. Alfonso non ci ha detto della sua grave ed acuta malattia e tendeva con una battuta e con grande riservatezza e garbo a minimizzare ciò che gli stava capitando senza enfatizzare paure ed angosce che pure avranno inevitabilmente tormentato il suo cuore. Siamo tutti vicini ai suoi familiari sentendo la pochezza delle nostre povere parole incapaci di definire lo sconcerto che attanaglia i nostri cuori per la scomparsa di un così amabile e cordiale compagno. Ora Alfonso si trova presso la Casa del Commiato di Mazzano mentre il suo funerale si terrà nel paese natale in Lessinia, terra a cui è sempre rimasto affettuosamente legato.”

La notizia è stata davvero un fulmine a ciel sereno. Ho telefonato a due amici maestri, Luca Lombardi e Angelo Mora (era stato vicario del Dirigente), con i quali abbiamo condiviso la tristezza. Nella mia lunga “carriera” (si fa per dire) di maestro, ho conosciuto alcuni eccellenti dirigenti, come Omero Sala e Silvio Lamponi. Attraverso il teatro ho incontrato Pino Greco, uomo di scuola ed eccellente scrittore, vinto da un male terribile. Il professor Alfonso Dal Savio era arrivato a Prevalle come “reggente” (veniva solo alcuni giorni, perché era anche a Desenzano), dopo la dirigenza di Tiziana Baronio. È andato in pensione dopo alcuni anni, passando le consegne alla attuale Dirigente Maria Vittoria Papa. Desidero scrivere questa mia “lettera”…

Caro Dirigente,  ti ricordi di me? Ma sì, sono il maestro John! Quello che durante i Collegi dei Docenti aveva sempre qualche battuta per “alleggerire” i punti all’ordine del giorno. Quello che alla fine delle riunioni scappava come un razzo, e tu spesso dicevi: “La seduta termina perché il maestro John ha fretta di andare alla sua casina!”.

Ti scrivo perché in tal modo alleggerisco il dolore che ho provato nel sentire che ci hai lasciato. Ti scrivo perché penso che saresti contento.  Ti scrivo perché vorrei farti giungere la nostra tristezza. Ma ti scrivo anche, a nome delle maestre, delle segretarie, delle bidelle e dei dirigenti che ti hanno conosciuto, per ringraziarti. Di cosa, mi dirai? Vuoi che ti faccia l’elenco delle belle cose che ci hai lasciato per ricordo? Sono così tante che non ci stanno in questa lettera. Ma faccio finta che questo sia un verbale, e allora per sintetizzare ti dico che sei stato prima di tutto una persona buona, affabile, un vero “signore”.

Sei stato un grande Dirigente (e non solo per la statura, eh!). Anche se a Prevalle sei stato pochi anni, hai lasciato un segno indelebile: rimarranno sempre con noi la tua passione educativa, la tua serietà professionale, la tua cordialità. Si “sentiva” che credevi nella scuola, nella bellezza e unicità dei rapporti umani che la scuola sa costruire. Siamo stati fortunati a conoscerti ed apprezzarti, è stato un privilegio nella vita di ciascuno di noi. Le tue parole nelle riunioni non erano retoriche, avevi un modo di gestire i mille problemi di ogni giorno facendo emergere i valori ed i sentimenti più veri.

Trasmettevi serenità, infondevi fiducia. Sempre col tuo bel sorriso. La vita della scuola è fatta di mille cose: programmazioni, riunioni, registri elettronici, mense, schemi orari, colloqui, riforme continue, test Invalsi, circolari, scrutini…e chi più ne ha più ne metta. Ma in tutto questo ci sono i bambini ed i ragazzi, c’è la loro vita, ci sono gli incontri che li segneranno per sempre. E tu eri a capo di questa comunità, e chiedevi il meglio di ognuno, alunno o insegnante.

Perché, come sai, si sono ancora insegnanti che credono nel proprio lavoro, che cercano di trasmettere le radici della conoscenza attraverso i valori della condivisione, del rispetto di sé e degli altri. E questi insegnanti cercano di capire i propri alunni, si buttano ogni giorno nelle parole, nella bellezza, nell’ascolto, nell’accoglienza. E spesso vanno in crisi quando vedono gli studenti che non riescono a capire, o le famiglie con cui non riescono a dialogare, e spesso si sentono fragili, o persi, o arrabbiati, o disillusi. Ma pian piano questi insegnanti accetteranno le proprie sconfitte a testa alta e con gli occhi aperti.

Come sempre cercheranno di comprendere i propri alunni, anche quelli che sembrano lontani o impossibili da capire.  E come sempre si rialzeranno, perché ci sono attimi della scuola in cui è racchiuso l’infinito della vita.  E come sempre cercheranno di credere nei sogni, perché ogni ragazzo è unico, straordinario, irripetibile, ogni ragazzo è un dono meraviglioso, che sia figlio di povero o di re. E questi insegnanti combatteranno perché a tutti vengano date le stesse opportunità. E come sempre questi insegnanti daranno fiducia all’amore, e cercheranno di insegnare la magia della vita. Come sempre…

Caro Dirigente, fatico a trattenere l’emozione di questo momento.
Ricordi quando sei andato in pensione? Insieme a maestre, professoresse, segretarie e bidelli abbiamo vissuto una bella serata in pizzeria, ed io, come sempre, ho letto una storia comica (come facevo tutti gli anni, sulla scia dello spettacolo finale). Ricordo ancora il tuo sorriso quando avevo immaginato il tuo saluto a Prevalle…

“Con voi qui a Prevalle ho passato i 4 anni più belli della mia vita! Non vi dimenticherò mai, mai, mai…Quindi se ne volò in un’isola tropicale, all’ombra di splendide palme, sorbendosi succulente bevande anziché pesanti circolari. Ogni giorno gustava enormi piatti di squisito pesce fresco pescato dal Lucio e dal Felice che si erano trasferiti colà.  La maestra Marì gli preparava frullati di noci di cocco, la maestra Franca faceva il ballo delle angurie rotanti…E quando dopo una settimana di pensione una bella indigena gli chiese: ‘Scusi, ma lei per caso non è stato Dirigente a Prevalle?’, pare che il nostro Dirigente abbia esclamato: Prevalle chi?”

Caro Dirigente, ricordo che anche in pensione eri venuto altre volte a salutarci, e mi pare impossibile che tu ci abbia lasciato così presto. E non te l’ho mai detto, ma il tuo aspetto e la tua dolcezza mi ricordavano mio cognato Angelo Barovelli, che troppo presto è salito in cielo. Adesso anche per te è suonata l’ultima campanella, quella alla fine delle lezioni della vita. Ora andrai ai piani più alti, dove c’è un esame molto importante, dove c’è Qualcuno che giudica non in base alla tessera, alla carica, al ruolo, ai sondaggi, ma in base al bene che uno ha fatto in questo piccolo mondo. Ma vai tranquillo, quell’esame lo supererai brillantemente.

Addio, caro Dirigente!
                        
il maestro John
(quello che scappava via alla fine dei Collegi dei Docenti)

P.S.: Non ho una tua fotografia, ho trovato solo queste due su internet. Ma non preoccuparti, la tua immagine ed il tuo sorriso li porteremo tutti nel cuore. Per sempre.
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