I giorni della merla
di c.f.

Le statistiche bresciane sfatano la tradizione che indica negli ultimi tre giorni di gennaio i più freddi dell’anno


La tradizione chiama gli ultimi tre giorni di gennaio “i giorni della merla”, considerandoli i giorni più freddi dell’anno, al quale è legata una nota leggenda.

"In realtà le statistiche meteorologiche bresciane sono in contrasto con questa tradizione – come scrive il meteorologo Riccardo Paroni , di Meteopassione.com - : secondo la serie storica di Ghedi, il periodo più rigido di tutto l'inverno coincide con la prima decade di gennaio. La medaglia d'argento spetta alla seconda decade di gennaio, mentre l'ultimo gradino del podio è riservato alla terza decade di dicembre.

Si tratta di medie, dunque non possiamo pretendere che esista una regola infallibile: a volte i giorni più freddi dell'anno arrivano più tardi del solito, come accadde nel 2012, quando un'eccezionale ondata di freddo colpì il Nord Italia nella prima settimana di febbraio. Da ricordare anche la minima rilevata in città all'alba del 2 marzo 2005: -10°C".

Il nome “giorni della merla” deriverebbe da una leggenda secondo la quale, per ripararsi dal gran freddo, una merla e i suoi pulcini, in origine bianchi, si rifugiarono dentro un comignolo, dal quale emersero il 1º febbraio, tutti neri a causa della fuliggine. Da quel giorno tutti i merli furono neri.

Secondo una versione più elaborata della leggenda una merla, con uno splendido candido piumaggio, era regolarmente strapazzata da Gennaio, mese freddo e ombroso, che si divertiva a aspettare che la merla uscisse dal nido in cerca di cibo, per gettare sulla terra freddo e gelo. Stanca delle continue persecuzioni la merla un anno decise di fare provviste sufficienti per un mese, e si rinchiuse nella sua tana, al riparo, per tutto il mese di Gennaio, che allora aveva solo 28 giorni.

L'ultimo giorno del mese, la merla pensando di aver ingannato il cattivo Gennaio, uscì dal nascondiglio e si mise a cantare per sbeffeggiarlo. Gennaio si risentì talmente tanto che chiese in prestito tre giorni a Febbraio e si scatenò con bufere di neve, vento, gelo, pioggia. La merla si rifugiò alla chetichella in un camino, e lì restò al riparo per tre giorni. Quando la merla uscì, era sì salva, ma il suo bel piumaggio si era annerito tutto per i fumi e così rimase per sempre.

In foto, acquerello dedicato ai giorni della merla di Lorenzo Bacchetti
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