Inquinamento del Chiese, intervengono i Carabinieri Forestali
di Redazione

Doppio intervento dei militari della stazione di Vobarno in questo mese di gennaio, prima presso l’impianto di depurazione della rete fognaria e in seguito alla centrale idroelettrica di Carpeneda 


I Carabinieri Forestali della Stazione di Vobarno, nel corso del mese di gennaio, hanno eseguito una serie di controlli lungo il Fiume Chiese volti alla prevenzione e repressione dei fenomeni di inquinamento delle acque superficiali ed alla tutela dell’ecosistema fluviale, in questo periodo particolarmente sensibile a causa della siccità e della ridotta portata idraulica che ne consegue.
 
Lo scorso 7 gennaio, in particolare, i Carabinieri Forestali sono intervenuti a Vobarno presso l’impianto di depurazione della rete fognaria, il cui scarico di emergenza si era attivato senza giustificato motivo immettendo acque reflue non trattate direttamente nel fiume. Nel corso del controllo, inoltre, sono state rilevate irregolarità nella tenuta dei registri obbligatori relativi alla gestione dei fanghi di depurazione: a carico del gestore dell’impianto, subito convocato per interrompere lo scarico illecito, sono state pertanto elevate le sanzioni amministrative previste dal Testo Unico Ambientale.
 
In data 22 gennaio, inoltre, i Forestali hanno eseguito degli accertamenti a carico di una centrale idroelettrica sita in località “Carpeneda” del Comune di Vobarno la quale, pur essendo autorizzata alla derivazione delle acque pubbliche in forza di una concessione regionale, aveva omesso di rilasciare il deflusso minimo vitale provocando il prosciugamento di un tratto di Fiume Chiese della lunghezza di circa 1.300 metri posto immediatamente a valle della derivazione stessa. 
 
Tale condotta, oltre a costituire violazione delle norme di polizia idraulica, costituisce una grave minaccia per gli equilibri ecologici dell’ambiente fluviale che, oltretutto, proprio in quel tratto è stato recentemente oggetto di un ripopolamento di fauna ittica ad opera della Provincia di Brescia, la cui efficacia risulterà certamente compromessa. 
 
Anche in questo caso, pertanto, i militari hanno provveduto a far immediatamente ripristinare il deflusso minimo vitale da parte del gestore della centrale idroelettrica, a carico del quale sono state le elevate sanzioni amministrative previste dalla legge.
 
 
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