«Abbiamo lasciato il campo cantando»
di Davide Vedovelli

Nel pomeriggio di domenica 27 gennaio a Sabbio Sopra, appuntamento dedicato alla Giornata della Memoria, attraverso gli scritti di Etty Hillesum, deportata ad Auschwitz


A Sabbio Chiese, ed più precisamente presso la Chiesa di S. Martino di Sabbio Sopra, domenica 27 gennaio alle 16.30, uno spettacolo in occasione della Giornata della Memoria.

“Abbiamo lasciato il campo cantando”, diario e lettere di Etty Hillesum (1941-1943) è un messaggio d’amore da una delle menti più lucide della Shoah. Il cuore pensante della baracca testimonia la propria fine in un campo di concentramento; lettere e diario permettono di udire la voce di Etty Hillesum, fino alla cartolina gettata dal treno che la portava ad Auschwitz.

Voce recitante di Elena Bettinetti, chitarra e voce di Angel Luis Galzerano.

Etty Hillesum
Il padre Levi (Louis), nato il 25 maggio 1880 ad Amsterdam, insegnava lingue classiche; la madre Rebecca Bernstein, nata il 23 giugno 1881 a Počep (in Russia), arrivò ad Amsterdam il 18 febbraio 1907 in seguito a un pogrom. La coppia si sposò nel 1912 ed ebbe, oltre a Etty, due figli maschi: Mischa (Michael, nato il 22 settembre 1920 a Winschoten) e Jaap (Jacob, nato il 27 gennaio 1916 a Hilversum). Con la sua famiglia seguì gli spostamenti lavorativi del padre. Abitò a Tiel (1916-1918), a Winschoten (1918-1924) e dal luglio del 1924 a Deventer, dove passò l'adolescenza.

Si laureò in giurisprudenza all'Università di Amsterdam, l'ultima città dove abitò, al numero 6 della Gabriel Metsustraat, con le finestre che davano su una delle piazze principali, il Museumplein, prospiciente al Rijksmuseum. Si iscrisse anche alla facoltà di Lingue Slave, ma a causa della guerra dovette interrompere i suoi studi. Concluse invece il percorso di Lingua e Letteratura russa, e negli anni successivi impartì sia lezioni private sia lezioni di russo presso l'Università popolare di Amsterdam. All'inizio della guerra si interessò della psicologia analitica junghiana, grazie al lavoro dello psico-chirologo Julius Spier che conobbe il 3 febbraio 1941 come paziente, divenendo in seguito la sua segretaria e una delle amiche più intime.

Fu una ragazza ricca di interessi, caratterizzata da un'intelligenza spiccata e una sensibilità fuori dal comune. Nel 1942, lavorando come dattilografa presso una sezione del Consiglio Ebraico, ebbe anche la possibilità di salvarsi, ma decise, forte delle sue convinzioni umane e religiose, di condividere la sorte del suo popolo. Lavorò in seguito nel campo di transito di Westerbork come assistente sociale.

I genitori e i fratelli Mischa e Jaap furono internati tutti nel campo olandese di transito di Westerbork. Il 7 settembre 1943 tutta la famiglia, tranne Jaap, fu deportata nel campo di sterminio di Auschwitz. Mentre Etty, i genitori e il fratello Mischa morirono poco tempo dopo il loro arrivo ad Auschwitz, l'altro fratello, Jaap, perse invece la vita a Lubben, in Germania, dopo la liberazione, il 17 aprile 1945, durante il viaggio di ritorno nei Paesi Bassi. La data della morte di Etty è il 30 novembre 1943.
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