La vertenza Waris approda in Comune
di Aldo Pasquazzo

Nella mattinata della vigilia di Natale maestranze Waris e sindacati a confronto con sindaco, assessori e gruppo di maggioranza su vertenza e arretrati


Questo lunedì, vigilia di Natale, a Storo la vertenza Waris è approdata in Comune, anche se lo spirito era quello di blindare il più possibile la notizia, almeno fintanto che non pervenivano ulteriori segnali utili a tranquillizzare il futuro dei lavoratori.

Alle 10 sindaco e assessori hanno comunque incontrato maestranze e rappresentanti sindacali da tempo alle prese con problemi interni e di natura economica . “L'intendimento mio e della maggioranza - ammetteva solo il giorno prima lo stesso sindaco Luca Turinelli - è quello di ascoltare e conoscere più a fondo le loro istanze e problematiche in modo da avere informazioni di prima mano rispetto a quanto finora avevamo per lo più apprese attraverso gli organi di stampa”.

Solo a seguito di questa operazione di ascolto, l'avvocato conta di trarre elementi sufficienti sui quali poi approfondire la questione, in modo poter successivamente cercare un dialogo con proprietà e assessorato provinciale allo scopo di costruire e consolidare adeguati sbocchi.

Waris, azienda che produce pannelli fotovoltaici, al momento conta su 32 dipendenti che sino al 7 gennaio saranno in vacanza.

“Su sofferenze e arretrati si è detto molto ma non proprio tutto e dei quattro in organico, ma considerati fuori dal coro rispetto ad altri, due sono in ferie e altrettanti in malattia”, tornava ieri a ripetere Gianni Facchini, persona molto vicina alla proprietà, ma anche ascoltata da una parte di lavoratori”.  “Ai piani alti - prosegue Facchini - la volontà che traspare è che Waris abbia non solo a continuare ma anche a crescere, e su questo si è espresso in maniera molto chiara uno dei proprietari in occasione del tradizionale scambio di auguri nella giornata di venerdì qui in fabbrica”.

Sulla questione è intervenuto anche uno dei referenti delle Rsu di Waris, Marco Cominotti, che ha dichiarato al giornale Trentino: «Noi 4 ci riteniamo in sciopero e intendiamo restarci fino a quando non verremo pagati secondo quegli accordi che l'impresa continua a ignorare. Lo stato di agitazione per noi è aperto dal 27 novembre. È vero che 2 di noi di recente sono in malattia per necessità oggettiva, ma questo non cambia le ragioni della nostra protesta. Quanto alle ferie, molto prima di dichiarare lo sciopero avevamo comunicato a Waris il nostro piano ferie per l'anno in corso ed è quindi possibile che l'azienda abbia deciso di applicarlo. Resta il fatto che noi ci riteniamo comunque in sciopero e se le cose non cambieranno, alla riapertura della ditta il 7 gennaio prossimo continueremo a restarci».

I quattro lavoratori lamentano anche di essere stati discriminati rispetto ai loro colleghi in fabbrica, non avendo ricevuto parte degli arretrati dovuti che invece sarebbero stati versati ai loro colleghi al lavoro, con un comportamento antisindacale.

C'è da auspicare che la vertenza porti a soluzioni positive. Nel circondario è impensabile dover perdere eventuali altri posti di lavoro, soprattutto per quanto concerne personale femminile, anche a seguito di una pesante sfoltita: ultima in ordine di tempo dovuta al trasferimento del gruppo Mariani da Tiarno e Rovereto.

Ma in valle, comunque, c'è anche chi non ha mai dimenticato che negli ultimi 40 anni i posti di lavoro andati in fumo da Pieve di Bono a Storo sono stati oltre 1000 mentre di nuovi se ne contano molti ma molti meno ad esclusione della Nuova Filtri di Darzo o dei progetti ecologici oramai divenuti la terza forza come occupazione.

Dalla Filatura e Cotonificio Trentino, ai gruppi Acta e Lowara, Trentino e Master Legno Legno solo a Storo; Jado e Mooda Fout a Baitoni alla Gra e successive Coperture Paterno, Cima Rossa a Condino per non parlare di edilizia e dei calzifici Orven e Vela nonché alla Nicolini prima generazione ma sempre a Pieve di Bono.

In foto lo stabilimento Waris, al centro Gianni Facchini

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