Trenta Asa per le Rsa
di Ubaldo Vallini

Grazie alla sinergia fra Garda e Valle Sabbia saranno formati e poi inseriti nelle case di riposo una trentina di esperti in assistenza


Una decina di Rsa sulle 18 che ci sono fra Garda e Valle Sabbia, le due Comunità montane con le società pubbliche che si occupano di inserimenti lavorativi, enti provinciali accreditati per la formazione e persino una banca come la Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella, pronta coi suoi “prestiti d’onore” a sostenere gli “studenti” in formazione, che saneranno il debito con calma quando avranno un posto di lavoro.

«Ce l’abbiamo fatta perché abbiamo trovato il modo di rispondere a delle esigenze mettendoci insieme, ciascuno con le sua capacità» ha detto il presidente comunitario valsabbino Giovanmaria Flocchini ieri a Nozza di Vestone nel presentare l’iniziativa: un accordo di collaborazione per far partire a costi calmierati un corso per ausiliario socio-assistenziale (Asa) che inizierà col prossimo anno.

Con lui c’erano presidente e direttore di Vallesabbia Solidale Giorgio Bontempi e Andrea Pasini, il presidente di Garda Sociale Stefano Visconti e la direttrice della Rsa salodiana Rosangela Minotti.

«Ottocento ore per formare e poi assumere nelle Rsa che hanno sottoscritto la convenzione una trentina di esperti in assistenza – ha spiegato Pasini, precisando che la sede del corso sarà fra il Garda e la Valle Sabbia.

«Da una parte l’esigenza
di avere sul territorio del personale qualificato, dall’altra le croniche incertezze occupazionali: due problemi che grazie a questa sinergia fra Garda e Valle Sabbia hanno trovato unica risposta» ha detto Visconti.

«Un punto di partenza importante, soprattutto se si pensa alla delicatezza del ruolo che queste persone andranno ad assumere, che richiede volontà, ma anche adeguata preparazione» ha chiosato Bontempi.

«Abbiamo trascorso un anno in emergenza, ipotizzando persino di rivolgerci per il personale a cooperative fuori regione – ha detto la Minotti -. Considero ciò che stiamo facendo un modello che potrà funzionare anche per i servizi di base che richiedono meno specializzazione».

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