Luca Alimonta con i diciottenni di Borgo Chiese
di Aldo Pasquazzo

Il preparatore atletico del Bologna Calcio è stato invitato come “special guest” alla tradizionale serata organizzata a Condino. Si è parlato di sport, ma anche e soprattutto di obiettivi e di sogni da realizzare 


Lo scorso martedì sera presso la Sala Consiliare del Municipio di Condino si è svolta la tradizionale “Festa dei Diciottenni” organizzata dall’Amministrazione comunale di Borgo Chiese per accogliere i nuovi giovani cittadini maggiorenni dell’anno.
 
In sala, oltre ai nuovi diciottenni, era presente anche un attento pubblico, composto da genitori e nonni, dal presidente della Società Sportiva Condinese Tomas Galante, dal responsabile del settore giovanile Fabio Bagattini e altri dirigenti locali e un gruppo di amici del relatore invitato a parlare ai ragazzi.
 
Come “special guest” quest’anno il sindaco Claudio Pucci ha invitato a raccontare la propria esperienza di vita il preparatore atletico del Bologna Calcio Luca Alimonta che, originario di Madonna di Campiglio, è riuscito ad arrivare a lavorare nel massimo campionato di calcio italiano.
 
Alimonta infatti è stato preparatore atletico di una serie di squadre importanti (nel 2006 del Panathinaikos, nel 2007 dell’Atalanta, nel 2009 della Sampdoria, nel 2010 della Juventus, nel 2012 del Genoa, nel 2015 dell’Hellas Verona, nel 2017 del Venezia), ricoprendo attualmente questo ruolo per la squadra del Bologna.
 
Nell’accoglierlo e presentarlo ai giovani diciottenni il sindaco Pucci, che dagli anni in cui l’ha avuto come studente presso l’Istituto “Lorenzo Guetti” di Tione ha sempre seguito con interesse la brillante carriera di questo giovane giudicariese, si è soffermato su un’immagine simbolica:

“Nello sport, così come nella vita, si può essere spettatori, giocatori o allenatori. Gli spettatori sono quelli che sanno tutto ma non fanno niente e non rischiano nulla, i giocatori sono quelli che sono in campo e che sanno che è faticoso stare sul campo e impegnarsi, consapevoli che le cose in campo sono molto diverse da come si vedono dagli spalti. Gli allenatori e i preparatori atletici, infine, sono quelli che devono guidare la squadra, che devono avere visione, che devono essere capaci di tenere uniti; sono coloro che sono in prima fila sia nei momenti belli che in quelli brutti”.
 
L’immagine, ha spiegato quindi il sindaco, serve per invitare i giovani cittadini a non vivere da semplici spettatori ma ad essere protagonisti della propria vita e della vita di comunità, lasciando perdere le critiche ed impegnandosi in prima persona. Solo in questo modo, ha ribadito, si potranno scoprire orizzonti e possibilità mai immaginate, proprio come è accaduto all’ospite speciale Luca Alimonta.
 
Il quale, dal canto proprio, non si è risparmiato nel raccontare la bella e a volte complicata storia della sua vita ai presenti, presentandosi ai ragazzi in maniera semplice: “Io sono un professionista che fa il suo lavoro cercando di fare il meglio possibile, un professionista che ha la fortuna di essersi ritrovato a fare quello che voleva fare fin da ragazzo”.
 
In realtà, ha poi raccontato Alimonta, questo posto nel gota del mondo del calcio se l’è guadagnato con sacrifici e scelte di vita non semplici, aiutato in ciò dal suo senso di caparbietà e dal non voler rinunciare senza lottare per realizzare i propri sogni.
 
All’inizio infatti, durante la frequenza del corso dei geometri, Luca credeva di riuscire nel mondo dello sci; quindi il suo sogno, quando ha visto che non era quella la sua strada, si è tramutato in quello di allenare atleti. L’Isef al quale si era iscritto, però, portava piuttosto a lavorare nel campo dell’insegnamento, per cui l’anno successivo si è iscritto alla facoltà di Scienze Motorie.
 
In quel periodo Luca conobbe casualmente un dirigente del Chievo e chiese di poter praticare il tirocinio, non ancora previsto per legge per quella facoltà, nella sua squadra (“La fortuna bisogna anche andare a cercarsela”). Di lì Alimonta, partendo come preparatore dei giovanissimi, ha sempre lavorato nelle migliori squadre nazionali. Dapprima lavorando gratuitamente (“Prima dimostri e poi chiedi” gli si diceva), seguendo anche l’università e facendo contemporaneamente anche l’istruttore di palestra per pagarsi le spese, tralasciando la propria vita personale e sociale.
 
Quindi ufficialmente con l’allenatore Malesani in Grecia (accettando di partire dall’oggi al domani), poi con Delneri con l’Atalanta, la Sampdoria, la Juventus, il Genoa e l’Hellas, con Inzaghi con il Venezia e da ultimo il Bologna.

Nei periodi difficili di esonero o di attesa di un nuovo ingaggio Alimonta non si è mai rassegnato, non è mai stato con le mani in mano, ma ha lavorato come istruttore in palestra o presso l’esercizio dei suoi genitori a Madonna di Campiglio, e soprattutto non ha mai smesso di credere nel suo sogno. 
 
“Ragazzi, bisogna fare delle scelte e dare il tutto per tutto per quello in cui si crede” ha concluso Alimonta.
 
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