«Binxet. Sotto il confine»
di Redazione

Le vicende del popolo curdo al confine turco-siriano, fra l’Isis da una parte e la Turchia di Erdogan dall’altra, nel documentario di Luigi D'Alife, in calendario venerdì sera a Storo


L'associazione Culturale Doc invita, venerdì 23 novembre alle 21.00 al cinema dell'oratorio di Storo, alla proiezione del film "Binxet" sotto il confine.

"Binxet" sotto il confine è un film-documentario completamente autoprodotto realizzato dal regista Luigi D'Alife, con la voce narrante dell'attore, già premiato al festival di Cannes e alla mostra del cinema di Venezia di Elio Germano, che racconta, con immagini esclusive, la condizione del popolo curdo che subisce la violenza dell'esercito turco in Kurdistan su uno dei confini più caldi del Mondo, quello che divide la Siria dalla Turchia.

È un viaggio tra la vita e la morte, la dignità e il dolore, la lotta e la libertà, che si svolge lungo i 911 km del confine turco-siriano.

Da una parte l'ISIS, dall'altra la Turchia di Erdogan. In mezzo il confine ed una speranza.

Questa speranza si chiama Rojava, soltanto un punto sulla carta di una regione tormentata, terra di resistenza ma anche laboratorio di democrazia dal basso, luogo in cui, sui fucili di chi combatte, sventolano bandiere di colori diversi ma che parlano lo stesso linguaggio; quello dell'uguaglianza di genere, dell'autodeterminazione dei popoli e della convivenza pacifica.

E' su questa striscia di terra che si sta giocando la partita più importante; la battaglia contro daesh, il controllo e la chiusura del confine su cui si basa l'accordo tra Unione Europea e Turchia, la violenza repressiva ed autoritaria del dittatore Erdogan.

Un racconto di denuncia sulle pesanti responsabilità dell'Europa nel sottoscrivere un accordo che violenta le vite di migliaia di persone, solo un piccolo tassello nella storia di un popolo che continua a non rassegnarsi all'idea di essere diviso dai confini, storie di uomini, donne e bambini che sono l'immagine del non arrendersi.

Un momento che vuole farci riflettere sul ruolo di oppressori e oppressi e sulle responsabilità degli europei nelle situazioni geopolitiche attuali ma anche sull'assurdo concetto di confine e sulla necessità di cancellarlo, concetto così descritto in questa splendida poesia, dal titolo "Frontiere".

"Terra adorata, mia terra,
amore che ho perduto
se tu fossi remota
in un cielo inaccessibile
o su una vetta ai limiti del mondo
saprei correre da te
anche con scarpe di ferro.
Ma ti separa da me un tratto sottile.
L'invasore lo chiama confine."

Hemin, sec. XX

A seguire buffet. Ingresso a offerta libera.
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