Paura e fiducia, noia e desiderio nell'infanzia
di a.p.

Queste le interessanti tematiche che verranno affrontate a Condino in due incontri rivolti principalmente a genitori ed educatori 


Domani sera - martedì 6 - e poi il 13 novembre, alle 20.30 presso la Sala Consiliare del Municipio a Condino, si terranno due speciali serate all’insegna della famiglia. Ad organizzarle l'assessorato locale al Welfare. Le conferenze vedranno alternarsi come relatori la pedagogista e ricercatrice dott.ssa Eleonora Pedron e lo psicologo, psicoterapeuta in formazione ed educatore Fabrizio Botto.
 
Gli incontri sono principalmente rivolti alle famiglie e a chi si occupa di educazione, madri, padri, ma anche insegnanti ed educatori.
Inusuali ma interessanti i temi scelti, che sono la fiducia contrapposta alla paura e la noia come anticipazione del desiderio e dell’azione creativa.
 
“La paura - anticipa la stessa Pedron - è senza dubbio un sentimento attualmente riproposto con insistenza, soprattutto a livello sociale e mediatico, dove si fa spesso riferimento a una società in veloce mutamento, a vissuti pervasivi di precarietà, alla crisi dell’autorità e a una perdita di controllo delle proprie esistenze. A questo si aggiunge un’esposizione costante a notizie e informazioni spesso difficili da filtrare e che alimentano vissuti di ansia. Senza negare gli elementi di criticità e di difficoltà attuali, la conferenza su paura e fiducia ha lo scopo di proporre una lettura diversa, che offre in alternativa un sentimento di fiducia nelle possibilità dell’educazione e della relazione, cogliendo i cambiamenti come possibilità di crescita, di fare esperienze significative”.
 
Ogni relazione, così come ogni esperienza nel corso della vita, può risultare educativa se lasciamo che ci insegni qualcosa passando attraverso la nostra consapevolezza. 
 
Coltivare la fiducia è quindi un allenamento costante sia per i bambini che per gli adulti, un processo relazionale per cui, curandoci della nostra fiducia, possiamo curare anche quella di chiunque entri in relazione con noi.
 
Partendo dal concetto che viviamo in una società “in cui non c’è spazio per la noia e quindi per l’inazione”, lo psicologo Botto invece intende portare il pubblico a riflettere su come in realtà “l’inazione sia sorella della riflessione e quindi di quel processo che ci permette di entrare in contatto con noi stessi, lasciare sedimentare vissuti e pensieri, imparare a stare da soli e ascoltare il nostro mondo interiore”.
 
A questo serve la noia “sana”, sottolinea Botto, ed è quindi qualcosa che dobbiamo imparare a riconoscere, anziché sabotarla con diversivi, e sostenerla nei bambini e adolescenti in quanto anticamera del desiderio e della creatività.
 
Dalla noia può nascere il desiderio: occorre altresì supportare anche questo nei nostri figli perché, afferma sempre Botto, vivere il desiderio vuol dire “incontrare e conoscere la propria verità individuale o - come dice Massimo Recalcati - quella spinta che dà senso alla vita, in assenza della quale la vita si ammala”. 
 
Ciò va fatto riconoscendo un figlio o una figlia per ciò che sono, anche se il loro posto nel mondo è distante rispetto alle aspettative dei genitori. 
181105-noia-bambini.jpg