A favore dell'idea sul reddito di cittadinanza
di Mattia Chiodi

Gentile direttore, vorrei confutare quanto scritto nella lettera dal sig. Ferroni sul tema del reddito di cittadinanza in quanto ritengo che l’idea di fondo, sulla quale si basa la manovra fiscale del governo, sia la chiave per far ripartire l’economia reale


Il sig. Ferroni, nella sua lettera, sostiene che questa riforma non funzionerà a causa del “proverbiale senso civico degli italiani” che favorirà i più furbi a scapito di chi paga le tasse (quindi siamo un popolo di disonesti?); secondo questa logica allora il governo non dovrebbe neppure concedere la sanità gratuita alle persone perché qualcuno se ne potrebbe approfittare.

Sono d’accordo con il sig. Ferroni sul fatto che serviranno dei controlli severi e tutta una serie di accorgimenti pratici al fine di rendere tale misura davvero efficace; non posso negare che in Italia ci sono molte distorsioni burocratiche ma questo è un problema legato non tanto alla manovra quanto al sistema in sé e, a mio avviso, è facilmente risolvibile se c’è la volontà di cambiare.
Finora, dai precedenti governi, non ho visto alcun tentativo serio di porre rimedio a questi problemi (es. Equitalia) e solo ora si sta tentando seriamente di migliorare il sitema.

Spesso, per evitare di far prendere un infarto agli italiani, si dimentica di raccontare che in molti Stati europei esiste già il reddito di cittadinanza; naturalmente è chiamato con altri nomi e con formule diverse ma l’obbiettivo comune di queste misure è migliorare la qualità della vita delle persone aiutandole sia ad inserirsi nella società che nel mondo lavorativo.

Penso che lo Stato come istituzione abbia il dovere di aiutare i suoi cittadini ed in particolare chi è in difficoltà investendo risorse e non solo quello di pretendere (come è stato finora).
Non è come si vuol far credere assistenzialismo bensì un aiuto concreto e diretto alle famiglie e alle persone che ne hanno bisogno permettendo loro di migliorare la loro situazione economica e, a catena, di risanare anche l’economia reale e il debito pubblico. 

Negli ultimi anni, con il succedersi dei vari governi (Berlusconi, Monti, Letta, Renzi), tutte le manovre finanziarie si sono basate su politiche di austerità che si sono curate solamente di colmare il debito portando al recesso dell’economia reale e prolungando la condizione di crisi.

Molti probabilmente si ricorderanno la manovra “lacrime e sangue “di Elsa Fornero.

Quali benefici abbiamo avuto? Niente, anzi ne siamo usciti ancora più impoveriti e l’Italia ancora più indebitata.
Le altre nazioni che non hanno seguito tale modello e, al contrario, hanno fatto ulteriore debito per rilanciare gli investimenti, sono uscite dalla crisi molto prima di noi.

Quindi il concetto di debito su cui spesso la gente si sofferma non è una regola ferrea, bensì qualcosa che va intravisto più in un’ottica orientata verso il futuro e più legata al concetto di investimento.

Come giustamente suggerisce il sig. Ferroni,
la Valle Sabbia è stata forgiata grazie al lavoro e all’operosità della gente, tuttavia non bisogna dimenticare che, grazie agli investimenti pensati a lungo termine, le aziende si sono rinnovate nel tempo e hanno mantenuto il loro prestigio, altrimenti a quest’ora la Valle Sabbia sarebbe solo una landa desolata.
La stessa cosa vale per le persone: se si dimentica di dare loro le possibilità o di spendere nella loro formazione, per correre dietro a questo debito, siamo già falliti.

Le tre categorie di persone che il sig. Ferroni cita
cioè i giovani precari, gli over 50 e le donne, sono le categorie più deboli della società che questo strumento vuole tutelare ed aiutare, in quanto assicura una retribuzione adeguata e un loro reinserimento nel mondo del lavoro che altrimenti non sarebbe realmente fattibile; inoltre tale misura permette di annullare il voto di scambio in quanto le persone non sono più soggette a ricatti.

Infatti il concetto etico fondamentale, intorno a cui ruota tutto il sistema del reddito di cittadinanza e che a mio avviso lo rende così forte, è la solidarietà.
Ci sono tanti motivi per cui una persona può trovarsi in difficoltà economica ma spesso c’è l’incapacità concreta di rialzarsi.
Credo che chiunque si trovi o si sia trovato in una tale situazione vorrebbe avere un aiuto e a sua volta, se ne avesse le possibilità, vorrebbe aiutare il prossimo. 

Il reddito di cittadinanza è l’atto più civile di uno Stato verso i suoi cittadini
perché lo Stato dimostra di essere non solo al loro servizio ma soprattutto al loro fianco.

Mattia Chiodi

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