Sorprendenti ritrovamenti al Lucone
di Cesare Fumana

È stata particolarmente proficua la campagna di scavi condotta quest’estate dal Museo archeologico della Valle Sabbia di Gavardo, presso il sito palafitticolo del lago Lucone, a Polpenazze.


Lo scavo archeologico condotto dal Museo archeologico della Valle Sabbia di Gavardo presso il sito palafitticolo del Lucone, a Polpenazze, quest’estate ha regalato numerose sorprese.

Sotto la supervisione dell’archeologo Marco Baioni,
direttore degli scavi, nonché direttore del museo gavardese, una nutrita pattuglia di esperti e volontari si sono avvicendati nei mesi di luglio e agosto nel sito archeologico sulle colline moreniche di Polpenazze, dove 4000 anni fa, alle soglie dell’Età del Bronzo antico, c’era un insediamento umano su palafitte.

E non sono mancati risultati sorprendenti: su tutti lo scheletro di un bambino, di circa due anni e mezzo, forse tre, ritrovato nello strato più profondo dello scavo, a contatto con il fondo del lago.

Alcuni anni fa, in un’altra zona dello scavo, era stato trovato un cranio di un bambino, a cui era stato dato il nome di Gabry, in omaggio a colui che lo aveva ritrovato: Gabriele Bocchio. Ora non si sa se si tratta dello stesso bambino o di un altro. Il cranio ritrovato è ora custodito dall’università di Padova per degli studi. Future comparazioni potranno darci la risposta.

«Il ritrovamento di uno scheletro umano in un sito palafitticolo è alquanto raro – spiega il dott. Baioni – perché non si sono trovati resti umani in altri siti italiani, mentre qui abbiamo fatto questi ritrovamenti: nel precedente avevamo rinvenuto anche un osso di bacino; quindi ci ritroviamo con tre ossa di bacino, ciò vuol dire che i bambini sono almeno due».

Ma questa non è l’unica sorpresa che ha regalato lo scavo quest’anno. L’altro ritrovamento eccezionale è un forno di terracotta, ancora intatto e con elementi all’interno. Il manufatto è stato recuperato integro, grazie alla collaborazione di una studentessa della Scuola di restauro di Venezia, con la qual il museo da quest’anno ha una convenzione, e solo in laboratorio saranno recuperati i resti custoditi all’interno.

Gli scavi al Lucone avvengono nel periodo estivo perché è quello, in genere, più secco: trovandosi in una conca dove ristagna l’acqua, anche in questo periodo sono in funzione dalle 3 alle 5 pompe per drenare l’acqua per consentire di scavare; negli altri periodi dell’anno è completamente sommerso.

Fra luglio e settembre, presso il cantiere sono presenti ogni giorno dalle 10 alle 20 persone: partecipano agli scavi, per stage di due settimane, studenti di numerose università con cui il Museo di Gavardo è convenzionato (Padova, Trento, Verona, Ferrara, Bologna, Roma Lecce); studenti delle superiori per l’alternanza scuola-lavoro, gli inossidabili volontari del Gruppo Grotte Gavardo, oltre a numerosi esperti, non solo del campo archeologico, ma anche botanici, zoologi e studiosi di altre discipline.

Infatti, in questi anni, gli scavi hanno restituito molti frutti (mele, pere), bacche di vario genere, funghi degli alberi utilizzati come esche per accendere il fuoco, cesti, tessuti, oltre a centinai di oggetti in legno, in ceramica e ossa di animali di cui gli uomini primitivi si cibavano.

«Quella di quest’anno
è stata una campagna di scavi particolarmente feconda – ha affermato con soddisfazione Angelo D’Acunto, presidente della Fondazione Piero Simoni che gestisce il Museo gavardese –. Oltre a questo, il nostro impegno è rivolto alla divulgazione e alla didattica, con numerose iniziative per ragazzi e famiglie».

Domenica prossima,
ad esempio, è in programma presso il Lucone una caccia al tesoro per piccoli e grandi.

Alla presentazione dei ritrovamenti era presente anche la consigliera regionale Claudia Carzeri, che si è complimentata per il proficuo lavoro svolto dal Museo, impegnandosi a portare all’attenzione dell’assessore regionale alla Cultura questo sito, per una valorizzazione anche in chiave turistica.

Vicinanza e sostegno all’iniziativa del Museo di Gavardo sono stati espressi anche dal sindaco di Polpenazze Andrea Dal Prete.

in foto:
. l'archeologo Marco Baioni e il presidente Angelo D'Acunto presentano alcuni dei ritrovamenti della campagna di scavi
. lo scheletro quasi completo di un bambino
. studenti al lavoro in cantiere
. gli scavi al sito palafitticolo


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