Castel Condino ricorda i morti di peste
di Aldo Pasquazzo

Nel 1836 furono quaranta gli abitanti di Castello deceduti per la grave epidemia e sepolti dove ora c'è la Cappella della Madonna delle Grazie



Da oltre 170 anni a questa parte a Castel Condino la quarta domenica di agosto la comunità ricorda le quaranta vittime vissute in isolamento e poi decedute a causa della peste. 
 
I malati soffrivano grandi pene, morivano e venivano poi seppelliti dove ora c'è la chiesetta intitolata alla Madonna delle Grazie. Gli “appestati” - così li chiamavano - erano gente onesta emigrata in quel di Venezia in cerca di lavoro ma che un giorno, colpita dal male, dovette forzatamente fare rientro al paese di origine e su quell'altura attendere in isolamento l'inevitabile fine.
 
“Dalle narrazioni storiche -  fa sapere il sindaco Stefano Bagozzi -  emerge che nell'inverno del lontano 1836 sull'area in cui quei castellani erano stati sepolti sbocciarono stelle di Natale. Fu allora che venne eretta quella chiesetta, che ogni anno alla quarta domenica di agosto vede riunito al suo interno l'intero paese”.
 
Ebbene, anche la scorsa domenica, 26 agosto, sull'altura sono saliti in molti per partecipare alla rievocazione religiosa celebrata dal reverendo arciprete don Vincenzo Lupoli e alla quale ha partecipato anche la banda San Giorgio.
 
Qualcuno ci è arrivato a piedi, qualcun altro – gli anziani e le persone con difficoltà motorie - alla celebrazione è stato invece portato dal servizio navetta espletato dai Vigili del Fuoco.
 
A cerimonia conclusa, ai margini della Cappella, i convenuti si sono fermati per il tradizionale pranzo comunitario gestito dalle varie associazioni. 
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