Nuove opere? «Si comincerà entro i primi mesi del 2019»
di Ubaldo Vallini

Questa la previsione di Pietro Foroni, assessore regionale al Territorio, da noi incontrato in occasione di una sua visita in Valle Sabbia



Sopralluogo in Valle Sabbia, ieri mattina, per l’assessore regionale al Territorio e alla Protezione civile Pietro Foroni.
Prima nella sede della Comunità montana, a colloquio con gli amministratori e per rendersi conto in prima persona di come funziona l’ente sovraccomunale, poi lungo il Chiese e in particolare sul lago d’Idro, dove ha voluto visitare anche la Rocca d’Anfo.

Tante le questioni sul tavolo, che richiedono un intervento regionale: dagli interventi resisi necessari dopo l’alluvione del 12 giugno alla viabilità, ciclabili comprese, dalla fruibilità della Rocca d’Anfo alle opere di regolazione del lago d’Idro.

«La Regione sta facendo molto anche da queste parti – ha detto l’assessore Foroni –, dimostrando di avere a cuore tutto il territorio e non solo le aree metropolitane».

L’occasione è servita anche per
fare il punto sui lavori di realizzazione delle nuove paratoie per la gestione del lago d’Idro, che prevedono anche la realizzazione di una nuova galleria di scarico.

Di quest’ultima, come già abbiamo già scritto a febbraio di quest’anno
, il Politecnico di Milano ha realizzato un modello in scala, che ha messo in evidenza alcune criticità.
In particolare la necessità di realizzare il tunnel con un diametro leggermente più ampio, per garantire una portata massima di 330 metro cubi al secondo ad una pressione inferiore.

L’assessore Foroni ha confermato la problematica
e anche, nella sostanza, quanto già ci aveva detto sempre a febbraio il geologo Dario Fossati, dirigente e massima autorità tecnica dell’Unità Organizzativa Difesa del Suolo in seno a Regione Lombardia: «Non conosco bene i tempi tecnici resisi necessari per la revisione del progetto – ha asserito l’assessore -. Mi risulta però che alla fine di quest’anno o al massimo nei primi mesi del 2019, i lavori potranno cominciare».

Il progetto dovrà prevedere anche una modifica dell’opera di presa e degli accorgimenti per rallentare l’acqua del lago quando viene nuovamente riversata nel fiume Chiese.

Si avvicina dunque l’apertura del cantiere che tanto spaventa alcuni amministratori lacustri e i comitati ambientalisti.
Il timore è che, una volta realizzate le nuove opere, il lago possa tornare ad essere regolato con escursioni di oltre tre metri, mentre da più di 10 anni, per le attività irrigue, grazie anche ai rilasci del Trentino, ne viene utilizzato al massimo un metro e 30.

Su questo punto in regione sono perentori
: «La regola di gestione del lago non ha nulla a che fare con le opere di regolazione, che devono invece garantire in caso di piena la sicurezza nei territori attorno e a valle del lago».

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