Propaganda
di Luca Rota

Al governo coabitano due forze politiche, estremamente diverse tra loro per obiettivi e qualità della comunicazione. Dopo un mese di operato, inizia a delinearsi quale sia la loro linea


Una vuole riformare ciò che di disastroso ci si ritrova dopo più di trent’anni di "barbarie"; l’altra (che della barbarie ha fatto ampiamente parte) propone giornalmente proclami ed esternazioni faziose e fanciullesche, per lo più incitanti all'odio razziale e (nel tempo libero) agli sgravi fiscali per i ricchi.

Una opera per il taglio dei costi della politica e per la creazione di nuovi posti di lavoro, l’altra propone trastulli via social. E si sa che trastullarsi piace, ma soprattutto crea seguito.

Una propone di abrogare la penosa “legge bavaglio” sulle intercettazioni, l’altra va in tv, e “minaccia” di togliere la scorta (cosa che peraltro non ha la competenza di fare) ad un giornalista che potrà piacere o no (io stesso non ne vado matto), reo soltanto di essere in disaccordo con essa.

Una propone di chiudere i porti mentre sciorina a più non posso rosari e libri sacri, mentre l'altra si ritrova per metà d'accordo, e per l'altra metà in disaccordo.

Una lavora per il compito affidatole dagli elettori, l'altra pure.

Fino ad oggi di entrambe s’è capita una sola ed importante cosa: l’una vuole le riforme, cambiare lo stato di cose attuale; l’altra fa propaganda, raccogliendo consenso verso quella parte d’Italia felice di poter sdoganare rabbia e livore, e farlo rivolto a qualcuno che sia più disgraziato di lei.

D'altronde solo una legge elettorale come il Rosatellum poteva far si che al governo coabitassero delle forze politiche, così diverse tra loro per obiettivi e modus operandi. Sperando sempre che le riforme vengano attuate, perché ce n'è bisogno (e tanto), e che la propaganda non attecchisca.
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