Il suono della domenica
di Maestro John

Domenica 17 don Lorenzo Bacchetta celebrerà la Messa a Villanuova, dove ha svolto l’anno di diaconato


A mezzogiorno all’oratorio ci sarà l’aperipranzo, pizza gratis a volontà per festeggiare don Lorenzo.
Il gruppo Per-corso di filato gli regalerà un bellissimo grembiule per la lavanda dei piedi del Giovedì Santo.

È  un originale dono collegato a quanto scrive don Tonino Bello in “Preghiere col grembiule”, riferendosi alla Chiesa della Stola e del Grembiule, cioè del servizio.
Ci sarà anche il Gruppo del Venerdì sera, dove molte donne si trovano a cucire e  lavorare a maglia e sono felici di festeggiare il “loro” amato don Lorenzo.

E domenica sera al teatro Corallo gli verrà dedicato lo spettacolo “Cenerompola” frutto del laboratorio di teatro dell’oratorio.
Tutto questo me l’ha detto Ceci, cognata del mio amico Ciottolo, una donna sempre accogliente, profonda nei suoi principi e piena di affetto e di sorrisi da regalare.

E mi permetto di citare un brano che il gruppo adolescenti di Villanuova sul Clisi ha dedicato a don Lorenzo Bacchetta.
Oltre a contenere un mondo di emozioni, è scritto in modo davvero meraviglioso. Bravi!

“Don Lorenzo voleva giocare in porta quando si facevano le squadre per fare due tiri.
Don Lorenzo chiudeva gli incontri di noi ragazzi, con una preghiera e con la chiave.
Don Lorenzo spegneva la luce e chiudeva il cancello quando tutti eravamo usciti.
Don Lorenzo chiudeva la fila quando si camminava insieme.
Don Lorenzo ci ascoltava, prima di parlare.

Per noi Don Lorenzo è stato quel professore dei film che stimola i sogni dei suoi ragazzi.
Voleva giocare in porta non perché fosse il più scarso, ma per lasciare a noi il divertimento più grande.
Chiudeva gli incontri, spiritualmente e fisicamente, in modo elegante e profondo, per custodire quel momento in ciascuno di noi.

Era custode dei nostri spazi e ci insegnava che per darsi agli altri era necessario talvolta chiudere i cancelli, ritirarsi con se stessi.
Camminava per ultimo come ogni capo spedizione, ancora pensando secondo noi a quella volta in cui, seduto su un sentiero, aveva capito che il suo compito nel mondo era radunare le pecore, mettersi ultimo e quindi prezioso per gli altri.
Ci ha accolti uno ad uno, privatamente, nel suo appartamento ben tenuto e tra i suoi libri per farci sentire a casa e permetterci di desiderare ordine.

Hai aperto le finestre del nostro oratorio e ci hai ricordato che aria nuova può significare entusiasmo, che entusiasmo può garantire partecipazione, che partecipazione può far nascere organizzazione, che organizzazione può rendere leggero, felice e naturale spendersi per l’altro.

Al campo invernale ti è stato chiesto di improvvisare all’istante una poesia su cosa volesse dire per te Dio. Hai iniziato il tuo parlare ad occhi chiusi dicendo che Dio per te era un paio di pantofole, qualcosa di comodo, domestico, accogliente, ospitale.

Ti auguriamo il meglio per il tuo nuovo cammino.
Con nello zaino quel paio di pantofole.
Grazie.”


Approfitto per riparare a un paio di errori.

Anche i maestri sbagliano… “sbaglia anche i precc a dì Mesa!

Qualche settimana fa avevo erroneamente scritto che il marito di Ceci è Aldo Cobelli.
No! Si chiama Aldo Zambelli (e non è parente del bravo calciatore gavardese che ora milita nel Foggia).
Ah la vecchiaia…

E venerdì, che compiva gli anni il mio grande amico Mauro Abastanotti, mi sono dimenticato di fargli gli auguri. Ma si può?!
Allora a Mauro (nella foto durante lo spettacolo “La cassapanca della Adele” tratta dai ricordi del suo mitico padre Antonio) gli ho scritto gli auguri in ritardo…

Quando uno è vecchio è facile che si dimentichi di allacciarsi i pantaloni
Quando uno è vecchio è facile che si dimentichi di mettersi le mutande
Quando uno è vecchio è facile che si dimentichi i nomi delle persone
Quando uno è vecchio è facile che si dimentichi con chi si è sposato (ma quello è il male minore)
Quando uno è vecchio è facile che si dimentichi le cose più importanti
Quando uno è vecchio è facile che si dimentichi che…ieri era il tuo compleanno!
Augurissimi, caro Mauro, e con il capo cosparso di cenere ti chiedo perdono!
Auguri anche da Emi e da Andrea…chi sono loro? Chi sono io? Chi sei tu? Ah già, ora ricordo: SEI IL MIO GRANDE AMICO!!!

“Ho visto gente sola andare via, sai
tra le macerie e i sogni di chi spera, vai
tu sai di me, io so di te
ma il suono della domenica dov’è?
Al mio paese vedo fiorire il grano
a braccia tese, verso l’eternità…
Ho visto cieli pieni di miseria, sai
e ho visto fedi false fare solo guai
Ti lascerò un sorriso, ciao
e rabbia nuova in viso, ciao
la tenerezza che fa il cuore in gola a me
Al mio paese vedo fiorire il buono…”

(Zucchero)

Ci sentiamo domani mattina, a Dio piacendo,
maestro John

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