Sfratto dalla caserma
di red.

Qualche tempo fa un carabiniere di Idro è stato sospeso dal servizio per una vicenda per cui è in attesa di giudizio. Ora deve lasciare libero l'appartamento che occupa in caserma con la famiglia. Pubblichiamo il «j'accuse» del suo avvocato



«Giovedì, 7 giugno p.v., ad Idro, piccolo Comune del Bresciano, un povero “figlio” dell’Arma, con moglie e figlio minore al seguito, “manu militari” subirà l’umiliazione di uno sfratto dall’alloggio di servizio, ed i suoi effetti personali e più cari verranno caricati su di un camion, per andare a vivere in mezzo ad una strada o sotto i ponti, o alla meno peggio, in macchina.

Il militare, è stato sospeso dai vertici dell’Arma, per fatti di natura giudiziaria, ancora non chiariti, tuttora in valutazione.
Il militare è stato sospeso dalla sua Amministrazione e percepisce un infimo residuo dello stipendio, sopravvive grazie al salario precario della moglie, e non è quindi in grado di sostenere né un trasloco, né un affitto od anticipo di caparra, né contratti, luce, acqua, gas, etc.

Lo sgombero forzoso (sfratto) sarà possibile grazie all’intervento dei colleghi del Comando di Brescia, su superiore ordine Milanese.
Lo studio, che da anni assiste la famiglia, ha tentato in tutti i modi possibili ed immaginabili di dissuadere legalmente e giuridicamente i vertici della “Famiglia” Arma perché desista dal porre in essere lo sgombero ed aiutare, invece, un suo “figlio” in grandi difficoltà.

Lo studio ha evidenziato alla scala gerarchica che, in questi frangenti, il militare può comunque abitare in Caserma, pagando regolare canone di affitto, che andrebbe a favore del demanio, altrimenti rinviare lo “sgombero” dell’alloggio occupato dal graduato, in attesa che egli stesso ne riesca a trovare uno ed andarsene autonomamente.

Si spera solo che il buon senso intervenga, che si aiuti il militare a superare questo difficile e delicato momento, evitando così un’altra tragedia, simile a quella consumatasi il 7 marzo 2018 a Cisterna di Latina.

Avv.to Giovanni Magrì

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Non siamo ferrati in materia giuridica, men che meno quando si tratta di regolamenti militari.
Non ci risulta però, per quanto possa la vicenda essere delicata, che la situazione sia esattamente quella indicata dall'avvocato Magrì.

E' bene chiarire subito che lo sfratto nulla avrebbe a che vedere con la vicenda giudiziaria che ha coinvolto il carabiniere, ancora tutta da valutare e giudicare.

Il militare, invero, sarebbe stato almeno formalmente trasferito, per questo già da un bel po' avrebbe perso il diritto di occupare un appartamento destinato ai carabinieri in servizio a Idro.

Di più: per quel che ne sappiamo, giovedì prossimo non si darà seguito a nessuno sfratto in quanto l'Arma e questo suo "figlio" avrebbero già concordato una diversa soluzione, rimandando l'esecutività del provvedimento.

Ubaldo Vallini



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